giovedì 18 agosto 2016

tratto dagli amanti della storia- dedicato a....

Amanti della storia·
I CURDI: STORIA DI UN POPOLO SENZA PATRIA.
Costituiscono uno dei più grandi gruppi etnici privi di unità nazionale. Discendono probabilmente dagli antichi “medi” una popolazione di origine indo-iraniana. Dall'Asia Centrale si diressero, intorno al 614 a.C., verso i monti dell'Iran. A questo periodo risale il primo scritto in lingua curda: una poesia a tema religioso. Nel VII secolo ci fu la conversione all'Islam, prima si praticava la religione zoroastriana ed erano presenti comunità ebraiche e cristiane. I curdi non hanno mai avuto un idioma comune. Sono due i loro dialetti principali, il kurmanji e il sorani. Anche la scrittura è diversa: in Iraq, Siria e Iran la scrittura usata è quella con caratteri arabi modificati, mentre in Turchia si usano i caratteri latini.
Tra il 1169 e il 1250 una dinastia curda, di cui Saladino ne è l'esponente sicuramente più illustre, regnò in tutto il Medio Oriente musulmano. Nella metà del Cinquecento i curdi si allearono con il sultano ottomano contro la Persia. All'inizio del XVI secolo il Kurdistan venne diviso tra ottomani e persiani. Le forti limitazioni imposte dall’impero ottomano all’inizio del XIX provocarono numerose rivolte che avevano come obiettivo l’unificazione del popolo curdo e la sua autonomia
Il 30 ottobre 1918 l'impero ottomano viene battuto dagli Alleati ed alla Gran Bretagna viene dato il mandato sull'Iraq arabo. Nel 1920 il trattato di Sevres stabilì il diritto alla nascita del Kurdistan nelle province orientali dell'Anatolia. Non venne mai applicato anzi, nel 1923 il trattato di Losanna annettè alla Turchia la maggior parte del territorio dei curdi, e per oltre 15 anni si susseguono rivolte popolari contro il governo di Ankara e di Teheran.
Durante la guerra tra Iraq e Iran, 1980-1988, i curdi sono stati tra le principali vittime del sanguinoso conflitto con l'Iraq che utilizzò armi chimiche contro di loro nel tentativo di riprendere il controllo del nord del paese. Il conflitto provocò l'esodo di circa 60 mila curdi in Turchia. Dopo la Guerra del Golfo, l'Onu creò un'area di sicurezza a nord dell'Iraq. In Turchia, dove la repressione contro di loro è particolarmente violenta, è attivo il Pkk, Partito dei lavoratori del Kurdistan, che combatte per formare uno Stato curdo nel sud del paese. Altri partiti minori chiedono invece una larga autonomia, che hanno in parte ottenuto grazie alla zona di esclusione aerea creata dall'Onu nel 1991.
La regione del Kurdistan, circa 450 mila chilometri quadrati, è divisa tra Turchia, Iran, Iraq e Siria (in immagine). I curdi sono per la maggior parte di religione musulmana sunnita. Secondo alcune stime sono circa 38 milioni, 20 milioni in Turchia, sei milioni in Iraq, dieci milioni in Iran e due milioni in Siria. Inoltre sono circa un milione e mezzo i curdi che vivono nella diaspora, un numero che negli ultimi anni è salito enormemente: le organizzazioni internazionali calcolano che i profughi, in questo momento, siano almeno cinque milioni. In Europa, il gruppo più consistente si trova in Germania, ma altre numerose comunità si trovano in Austria, Svizzera, Gran Bretagna,Scandinavia, Francia, Grecia e Italia.
Nell'attuale divisione degli Stati in Medio Oriente la nascita di uno Stato autonomo del Kurdistan appare ormai un'ipotesi difficilmente realizzabile: nessuno dei paesi coinvolti, infatti, è disposto a cedere aree più o meno ampie del suo territorio a favore del popolo curdo, privandosi delle materie prime di cui quei territori sono ricchi, prima fra tutte il petrolio. Il 75% del petrolio iracheno proviene dal Kurdistan, gli unici giacimenti della Turchia ed i più importanti della Siria si trovano in Kurdistan, anche nella zona di Kermanshah, territorio iraniano ma abitato da curdi, si produce petrolio.
E’ storia recente il loro importante contributo per la riconquista di Kobane precedentemente occupata dai fondamentalisti dell'ISIS.
Antonio A. – Fonte: Repubblica / Enciclopedia Treccani
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