martedì 16 agosto 2016

storie di migranti-da amanti della storia

17 AGOSTO 1893: I FATTI DI AIGUES-MORTES.
Gli scontri di Aigues-Mortes, un comune francese situato nella regione della Linguadoca-Rossiglione, aprirono inizialmente una profonda crisi diplomatica tra Francia e Italia. Qualche giornale aveva invocato una guerra ai francesi e nella penisola le voci sul massacro erano sfociate in manifestazioni di protesta nelle principali città.
La cittadina francese era rinomata per le saline dove, alla fine dell’800, trovavano impiego centinaia di persone tra cui circa 600 italiani. L'ambiente di lavoro non era dei migliori anche per un palpabile odio che montava contro gli italiani accusati “di portar via il lavoro” e di essere disponibili a lavorare al cottimo. Secondo alcune ricostruzioni il 16 agosto 1893 durante una pausa dal lavoro, un torinese avrebbe lavato il suo fazzoletto pieno di sale nella tinozza contenente l'acqua dolce. La reazione dei francesi sarebbe stata violenta, il torinese avrebbe quindi ferito con un coltello uno degli aggressori. Fu la scintilla che innescò le violenze del giorno seguente.
Il 17 agosto centinaia di francesi assaltarono le baracche che ospitavano i lavoratori stranieri. Fu una strage nonostante l'intervento della forza pubblica che riprese il controllo della situazione con notevole difficoltà. Per precauzione si decise di mandar via gli italiani scortati alla stazione dai gendarmi. Ma nei pochi chilometri che separavano le saline dalla ferrovia riprese la caccia all'italiano. I nostri connazionali cercarono di salvarsi fuggendo nelle paludi circostanti ma, nonostante questo estremo tentativo di mettersi in salvo.
Il bilancio totale delle vittime fu contraddittorio: meno di 10 secondo la stampa francese, oltre 50 secondo il “Times” di Londra. I feriti furono centinaia. Quasi tutte le vittime erano piemontesi del Cuneese e dintorni e un ligure. Le stampe di entrambi i paesi strumentalizzarono a loro piacimento il massacro e il processo, che ebbe inevitabilmente una collocazione politica e si concluse con l'assoluzione di tutti i 17 imputati che erano stati rinviati a giudizio.
La reazione italiana fu piuttosto tiepida. Qualcuno si lavò le mani. Crispi cavalcò l'ondata nazionalistica che investì il paese poi una volta giunto al potere, lasciò perdere.
Antonio A. – Fonte: Repubblica / Espresso / Provincia di Asti.
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 dedicato a chi  ha dimenticato il passato

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