lunedì 24 agosto 2015

da lescienze.it

24 agosto 2015

Massacri e torture nei conflitti del Neolitico europeo


La scoperta in Germania di una fossa comune risalente a 7000 anni fa e contenente i corpi di almeno 26 vittime - fra cui molti bambini - che recano i segni di torture e mutilazioni deliberate, indica che all'epoca della prima diffusione dell'agricoltura nell'Europa centrale i conflitti violenti erano piuttosto comuni e miravano all'annientamento delle comunità rivali



Massacri e torture nei conflitti del Neolitico europeo
La fossa comune di Schöneck-Kilianstädten. (Cortesia C: Meyer et al./PNAS)
La diffusione, la frequenza e le cause dei conflitti nel Neolitico sono da tempo argomento di dibattito, che finora si era basato sulle analisi di due altre fosse comuni - una ad Asparn/Schletz, in Austria, e una a  Talheim, in Germania – nelle quali i corpi non erano deposti in modo accurato, come nei normali siti funerari del tempo.

Questi due siti risalgono a un periodo compreso fra il 5600 e il 4900 a.C. e appartengo alla cosiddetta cultura della ceramica lineare (LBK, Linearbandkeramik), sviluppatasi nell'Europa centrale all'epoca della prima diffusione dell'agricoltura. Alcuni resti di Asparn/Schletz mostrano inoltre segni di ferite prodotte da frecce.


Massacri e torture nei conflitti del Neolitico europeo
Frattura dovuta a un forte colpo sul cranio di un bambino di età presunta fra i 3 e i 5 anni. (Cortesia C: Meyer et al./PNAS)
L'analisi dei reperti di Schöneck-Kilianstädten sembra invece inequivocabile. Esaminando i resti di almeno 26 persone, Christian Meyer e colleghi hanno trovato i segni che le vittime erano state brutalmente torturate e mutilate. Oltre alle tipiche tracce di frecce, infatti, spesso mostravano anche gravi lesioni al cranio, alle ossa della faccia e ai denti, alcune delle quali inflitte poco prima o poco dopo la morte. Inoltre, gli autori del massacro avevano sistematicamente spezzato le gambe delle loro vittime, indicando chiaramente che brutalità e torture furono intenzionali.

I ricercatori sottolineano che una dozzina dei corpi erano di bambini di età non superiore ai nove anni. La presenza di pochissimi resti femminili (uno certo e uno dubbio) indica inoltre che le donne non erano state coinvolte attivamente nei combattimenti e suggerisce che le più giovani venissero rapite dagli aggressori.


Massacri e torture nei conflitti del Neolitico europeo
L'area di diffusione della cultura LBK (in giallo) e i suoi principali siti. Le località indicate con A, B e C sono, rispettivamente, Schöneck-Kilianstädten, Talheim e Asparn/Schletz. (Cortesia C: Meyer et al./PNAS)
Meyer e colleghi ne concludono che l'obiettivo di questa violenza massiccia e sistematica fosse l'annientamento di intere comunità rivali. Inoltre, considerato che i siti di Schöneck-Kilianstädten, Asparn/Schletz e Talheim sono molto distanti uno dall'altro, si può supporre che simili massacri non fossero fatti isolati, ma una caratteristica frequente del primo Neolitico dell'Europa centrale.

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