Tempietto longobardo
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Storia
Fu edificato verso la metà dell'VIII secolo nel luogo in cui un tempo sorgeva la gastaldia (o gastaldaga, o gastalderia), ovvero il palazzo del gastaldo, signore della città; si trattava quindi di una cappella palatina[1]. L'iniziativa si deve probabilmente ad Astolfo, duca del Friuli dal 744 al 749 e re dei Longobardi dal 749 al 756, e a sua moglie Giseltrude[2].Quando la gastaldia venne trasformata in monastero il tempietto assunse la nuova denominazione mariana[1]. Secondo alcuni documenti del IX-X secolo, la corte occupava l’area nella quale ora si trova l'ex convento delle madri orsoline e comprendeva edifici quali la gastaldia, sede del governo longobardo, la residenza del duca e il tempietto che era la cappella di corte[3]. Gli scavi archeologici condotti all'interno dell'edificio e nelle vicinanze hanno evidenziato la presenza di strutture di età tardo-romana e paleocristiana alle quali si sono sovrapposti successivamente gli edifici altomedioevali[4].
Architettura
È composto da un'aula a base quadrata con una spaziosa volta a crociera, che si chiude con un presbiterio, più basso, diviso da coppie di colonne in un loggiato a tre campate con volte a botte parallele. Il lato ovest era l'antica parete d'ingresso e su questo lato rimangono ancora cospicui resti di una straordinaria decorazione a stucchi e ad affresco[1][2]. L'abside era anticamente decorata a mosaico, ma oggi non ne resta traccia[1].Attualmente al Tempietto si accede dall'ingresso all'ex monastero (ora divenuto di proprietà comunale) e vi si esce attraverso una passerella a strapiombo sul Natisone , non esistente in origine, che conduce all'uscita attraverso la sagrestia e a un ingresso secondario ricavato nella parete del presbiterio. La cappella è formata da un alto volume centrale che costituisce l’aula, sulla cui parete di fondo vi è il portale di facciata riccamente ornato, ora chiuso e comunicante con il convento; qui si trova la cantoria in legno risalente al Quattrocento. Il presbiterio è suddiviso da quattro colonne binate e da due pilastri rettangolari, che scandiscono tre vani con volta a botte, ed è separato dall’aula dal parapetto dell’iconostasi.
Gli stucchi
La parte più interessante è comunque il Fregio al livello superiore, liberamente sovrapposto agli elementi architettonici dell'edificio come le finestre. Qui si trovano sei figure a rilievo di Sante, in stucco, eccezionalmente ben conservate: le loro monumentali figure sono da collegare ai modelli classici, riletti secondo la cultura longobarda. I panneggi delle vesti riccamente decorate hanno un andamento accentuatamente rettilineo che ricorda i modelli bizantini[1], dai quali però le Sante si distaccano per il maggior senso del volume e per il verticalismo, ulteriormente marcato dalla lunghezza delle pieghe delle tuniche[5].
La decorazione a stucco è rimasta incompiuta sulle pareti laterali ed era in origine parzialmente colorata. La cappella è ornata da alcuni cicli di affreschi realizzati in epoche diverse: se ne conservano frammenti staccati anche nella sagrestia e nel museo cristiano del Duomo.
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