Castel dell'Ovo
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Castel dell'Ovo
Castrum Lucullanum
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Castel dell'Ovo
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Stato attuale | Italia |
Regione | Campania |
Città | Napoli |
Coordinate | 40°49′41.66″N 14°14′50.24″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Villa romana, Convento fortificato, Castello medievale, Prigione di Stato |
Costruzione | I secolo a.C.-XVI secolo |
Primo proprietario | Lucio Licinio Lucullo |
Proprietario attuale | Comune di Napoli |
Visitabile | Sì |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Impero romano, Ducato di Napoli, Regno di Sicilia, Regno di Napoli, Regno delle Due Sicilie |
Comandanti storici | Lucio Licinio Lucullo Sergio II di Napoli Ruggero II di Sicilia Federico II di Svevia Carlo I d'Angiò Alfonso V d'Aragona Ferdinando I delle Due Sicilie |
Azioni di guerra | 872: le flotte di Napoli e Amalfi scacciano dall'isolotto i Saraceni 1503: il castello subisce l'attacco da Ferdinando II d'Aragona 1647: il castello viene utilizzato per attaccare i rivoluzionari guidati da Masaniello 1943: il castello viene utilizzato come struttura di difesa per gli attacchi da mare |
Eventi | V secolo: nel castello fu esiliato l'ultimo imperatore romano d'occidente Romolo Augusto XIII secolo: fu imprigionato Corradino di Svevia XIX secolo: furono imprigionati Carlo Poerio, Luigi Settembrini, Francesco De Sanctis. |
Fonti citate nel testo della voce
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A causa di diversi eventi che hanno in parte distrutto l'originario aspetto normanno e grazie ai successivi lavori di ricostruzione avvenuti durante il periodo angioino ed aragonese, la linea architettonica del castello mutò drasticamente fino a giungere allo stato in cui si presenta oggi.
Indice
Origini del nome
Il suo nome deriva da un'antica leggenda secondo la quale il poeta latino Virgilio - che nel medioevo era considerato anche un mago - nascose nelle segrete dell'edificio un uovo che mantenesse in piedi l'intera fortezza. La sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli.Durante il XIV secolo, al tempo di Giovanna I, il castello subì ingenti danni a causa del crollo parziale dell'arco sul quale è poggiato e, per evitare che tra la popolazione si diffondesse il panico per le presunte future catastrofi che avrebbero colpito la città, la regina dovette giurare di aver sostituito l'uovo.[2]
Storia
Megaride e il Castrum Lucullanum
Nel I secolo a.C. Lucio Licinio Lucullo acquisì nella zona un fondo assai vasto (che secondo alcune ipotesi andava da Pizzofalcone fino a Pozzuoli) e sull'isola costruì una splendida villa, Villa di Licinio Lucullo, che era dotata di una ricchissima biblioteca, di allevamenti di murene e di alberi di pesco importati dalla Persia, che per l'epoca erano una novità assieme ai ciliegi che il generale aveva fatto arrivare da Cerasunto.[3] La memoria di questa proprietà perdurò nel nome di Castrum Lucullanum che il sito mantenne fino all'età tardoromana.[4]
In tempi più oscuri per l'Impero - metà del V secolo - la villa venne fortificata da Valentiniano III e le toccò la sorte di ospitare il deposto ultimo Imperatore di Roma, Romolo Augusto, nel 476.[5]
Successivamente la morte di Romolo Augusto, sull'isolotto di Megaride e su monte Echia, già alla fine del V secolo, si insediarono monaci basiliani chiamati dalla Pannonia da una matrona Barbara con le reliquie dell'abate Severino. Allocati inizialmente in celle sparse (dette "romitori basiliani"), i monaci adottarono nel VII secolo la regola benedettina e crearono un importante scriptorium (avendo probabilmente a disposizione anche quanto restava della biblioteca luculliana).
Il Medioevo: il Ducato di Napoli, i re normanni, svevi e angioini
Ruggiero il Normanno, conquistando Napoli nel 1140, fece di castel dell'Ovo la propria sede. L'uso abitativo del castello tuttavia veniva sfruttato solo in poche occasioni dato che, con il completamento del Castel Capuano, furono spostate lì tutte le direttrici di sviluppo e di commercio verso terra. Con i Normanni, iniziò un programma di fortificazione sistematica del sito, che ebbe nella torre Normandia il suo primo baluardo, ed era quella su cui sventolavano le bandiere.
Con il passaggio del regno agli Svevi attraverso Costanza d'Altavilla, castel dell'Ovo viene ulteriormente fortificato nel 1222 da Federico II, che ne fa la sede del tesoro reale e fa costruire altre torri - torre di Colleville, torre Maestra e torre di Mezzo. In quegli anni, il castello divenne reggia e prigione di stato.
Il re Carlo I d'Angiò spostò a Castel Nuovo (Maschio Angioino) la corte. Mantenne tuttavia a castel dell'Ovo - che proprio in questo periodo comincia ad essere denominato chateau de l'Oeuf o castrum Ovi incantati - i beni da custodire nel luogo meglio fortificato: ne fece quindi la residenza della famiglia, apportandovi allo scopo numerosi restauri e modifiche, e vi mantenne il tesoro reale. In questo periodo, in quanto prigione di stato, nel castello vi fu rinchiuso Corradino di Svevia prima di essere decapitato nella piazza del Mercato, e i figli di Manfredi e della regina Elena Ducas.
Dopo un evento sismico che nel 1370 aveva fatto crollare l'arco naturale che costituiva l'istmo, la regina Giovanna lo fece ricostruire in muratura, restaurando anche gli edifici normanni. Dopo avere abitato il castello come sovrana, la regina qui venne imprigionata dall'infedele nipote Carlo di Durazzo, prima di finire in esilio a Muro Lucano.
Gli Aragonesi, i viceré, i Borbone
Successogli al trono il figlio Ferrante I, ricevuti saccheggiamenti dalle milizie francesi, egli per riappropriarsi del castello dovette bombardarlo con l'artiglieria.
Durante il regno dei Viceré spagnoli e successivamente dei Borbone il castello fu fortificato ancor più con batterie e due ponti levatoi. La struttura perse completamente la funzione di residenza reale e dal XVIII secolo anche il titolo di "fabbrica reale", e venne adibito ad accantonamento ed avamposto militare - dal quale gli spagnoli bombardarono la città durante i moti di Masaniello - e a prigione, dove fu recluso fra gli altri il filosofo Tommaso Campanella prima di essere condannato a morte, e più tardi alcuni giacobini, carbonari e liberali fra cui Carlo Poerio, Luigi Settembrini, Francesco de Sanctis.
Dall'Unità d'Italia a oggi
Oggi è annesso allo storico rione di Santa Lucia ed è visitabile. Nelle grandi sale si svolgono mostre, convegni e manifestazioni. Alla sua base sorge il porticciolo turistico del "Borgo Marinari", animato da ristoranti e bar, sede storica di alcuni tra i più prestigiosi circoli nautici napoletani.
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