Museincampania
Il portale dei musei locali e di interesse locale in Campania
Museo Provinciale Campano
The Provincial Museum of Campania
Capua
Caserta
Caserta
Indirizzo: Via Roma, 68
Cap: 81043
Comune: Capua
Provincia: Caserta
Telefono: 0823 620076
Fax: 0823 620035
e-mail: museocampano@provincia.caserta.it; museocampano@gmail.com
Sito web: http://www.museocampano.it; www.radiomatermatuta.it
Social network:
Cap: 81043
Comune: Capua
Provincia: Caserta
Telefono: 0823 620076
Fax: 0823 620035
e-mail: museocampano@provincia.caserta.it; museocampano@gmail.com
Sito web: http://www.museocampano.it; www.radiomatermatuta.it
Social network:
Tipo proprietà: Provincia
Denominazione proprietà: Provincia di Caserta
Riconoscimento Regionale: sì
Rete o sistema museale: sì
Rete : Sistema Campano SBN
Ente competente: Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campa
Denominazione proprietà: Provincia di Caserta
Riconoscimento Regionale: sì
Rete o sistema museale: sì
Rete : Sistema Campano SBN
Ente competente: Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campa
Servizi
- informazioni e prenotazioni
- servizi educativi
- visite guidate su richiesta
- bookshop
- parcheggio
- parcheggio disabili
Il Museo, di proprietà della Provincia di Caserta, venne aperto al pubblico nel 1874 e fu ritenuto da Amedeo Maiuri “il più significativo della civiltà italica della Campania”.
Ha sede nello storico Palazzo Antignano, raffinato esempio
dell’architettura civile catalana. La costruzione del Palazzo risale
probabilmente al IX secolo, epoca della fondazione della Capua
longobarda. Nel Museo sono esposte preziose collezioni archeologiche,
medievali e moderne, provenienti da Capua antica e dai principali siti
della Provincia di Caserta. Vennero qui raccolte dalla “Commissione
Conservatrice dei monumenti ed oggetti di antichità e belle arti nella
Provincia di Terra di Lavoro”, istituita nel 1870 allo scopo di creare
un Museo che raccogliesse e tutelasse il patrimonio culturale del
territorio casertano. La sezione epigrafica venne allestita secondo le
indicazioni di Theodor Mommsen, dal 1876 è intitolata. Il Museo consta
attualmente di 4 piani espositivi e di 40 sale, che occupano circa 5.000
mq. Al Museo sono annessi l’Archivio Storico, con documenti riguardanti
le vicende, il patrimonio monumentale ed i personaggi più
rappresentativi della Città e della Provincia, e la Biblioteca ricca di
circa 70.000 volumi a stampa e preziosi manoscritti
The museum, owned by the Province of Caserta, was opened in
1874 and was considered by Amedeo Maiuri "the most significant Italian
civilization of Campania." It is headquartered in the historic Palazzo
Antignano, a fine example of Catalan civil architecture. The
construction of the building probably dates from the ninth century,
around the founding of the Capua by the longobards. The museum exhibited
valuable archaeological collections, medieval and modern, from ancient
Capua to the main sites of the Province of Caserta. They were collected
by the "Commissione Conservatrice dei monumenti ed oggetti di antichità
e belle arti nella Provincia di Terra di Lavoro ", established in 1870
with the aim of creating a museum that would collect and protect the
cultural heritage of the area of Caserta. The epigraphic section was set
up as directed by Theodor Mommsen, entitled in 1876. The Museum
currently consists of 4 floors and 40 exhibition halls, occupying about
5000 square meters. There are also the Museum Archives, with documents
regarding the history, the monuments and the most representative people
of the City and the Province. The rich library consists of approximately
70,000 printed volumes and precious manuscripts.
Apertura
Giorni di apertura: Martedì,Mercoledì,Giovedì,Venerdì,Sabato,DomenicaGiorni di apertura (Altro): chiusura: lunedì, festività civili e religiose e S.Patrono città di Capua (5 febbraio).
Orario di apertura: martedì e giovedì: 9.00-13.30 e 15.00-18.00; mercoledì, venerdì e sabato: 9.00-13.30; domenica: 9.00-13.00. Durante gli orari di apertura sarà aperta anche la Biblioteca.
Ingresso: Altro
Ingresso (Altro): La biglietteria chiude mezz’ora prima rispetto agli orari di chiusura.
Collezioni
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Denominazione: Collezione Madri - Sale IX, VIII, VI, VII
Descrizione: In queste sale sono esposte le celebri statue in tufo grigio della Madri di Capua, rinvenute nel santuario di fondo Patturelli. Le statue, di cui si conoscono oltre 160 esemplari, dovevano essere in origine collocate nell’area santuariale addossate a murature, in modo da essere visibili solo frontalmente. Le sculture rappresentano madri sedute in trono che sorreggono infanti in fasce e costituiscono doni votivi alla divinità, intesi a propiziare una gravidanza ed un puerperio felice, oltre che la salute dei figli.
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Denominazione: Lapidario Mommsen Sala I
Descrizione: Ospita una ricca ed importante collezione di epigrafi, composta da circa 350 esemplari, provenienti dal territorio capuano e dai centri vicini. Le iscrizioni sono di vario tipo e contenuto, a carattere sepolcrale (altari, edicole), votivo, e commemorativo. Furono studiate e ordinate dal grande storico tedesco Theodor Mommsen, che ne diede la prima edizione nel X volume del Corpus Iscriptionum Latinarum nel 1883. Vi si conserva anche un prezioso frammento di calendario proveniente dall'antica Alife, ed un miliario della via Appia con l'indicazione della distanza da Roma (CXXVI miglia) e dedica agli imperatori Costantino, Valente e Valentiniano.
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Denominazione: Collezione bronzi Sale XI e XV
Descrizione: La tradizione della lavorazione del bronzo di Capua antica risale alla prima età del ferro (IX- VIII sec. a. C.), attestata da pregevoli fibule da parata, rinvenute nelle tombe delle necropoli villanoviane, insieme ad altri oggetti, come rasoi, spade, spilloni, borchie decorative. Nel l VI sec. a. C. fiorisce una ricca attività di botteghe artigianali che creano notevoli oggetti di gusto locale, arricchiti da elementi decorativi etruschi, greci e ionici. Tipici sono i lebeti, finemente decorati e usati per contenere le ceneri dei defunti, che si ritrovano anche a Suessula e Calatia. Nelle collezioni del Museo Provinciale Campano sono esposte anche numerose statuine di Ercole, di età ellenistica, che richiamano il culto dell’eroe divinizzato presso le comunità italiche.
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Denominazione: Collezione di vasi Sale XI-XII-XIII-XV
Descrizione: La ricca collezione di vasi del Museo Provinciale Campano consente di ripercorrere la storia dell’antica Capua, con uno sguardo anche sulle vicine città di Càles, Teànum Sidicìnum, Calàtia. Le ceramiche sono riferibili alle fasi preromane della città, dal IX al III sec. a.C. L'età del ferro è attestata da vasi in impasto, mentre al VII sec. a.C. si datano le forme greche di imitazione e di importazione, come i balsamari corinzi. Giunto in Campania dall’Etruria, il bucchero si afferma nelle officine locali nel VI sec.a.C. con prodotti originali, come le situle. Oltre alle importazioni di ceramica attica a figure nere e alle imitazioni campane, presenti in Museo con vasi di buona qualità, pregevoli sono i vasi attici a figure rosse, con eccellenti esemplari attribuiti al “Pittore di Polìgnoto”, datati alla metà del V sec. a.C. Nel IV sec a.C.si sviluppa la ceramica a figure rosse prodotta in Campania, in centri come Cuma, Paestum e la stessa Capua. E’ quasi certo che le officine del “Pittore di Issiòne” e del “Pittore di Capua”, operanti dopo la metà del IV sec.a.C., siano state a Capua. L'esposizione è completata da una cospicua collezione di ceramica a vernice nera, datata dalla fine del IV sec. a.C. alla fine del III sec.a.C.
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Denominazione: Terracotte architettoniche Sale XXII-XXIII
Descrizione: Capua si distinse nella produzione di terrecotte architettoniche utilizzate, secondo un uso derivato dai Greci, sia per la copertura che per la decorazione dei tetti degli edifici. Le fabbriche hanno una produzione che si ispira al patrimonio mitico e simbolico locale. Importanti sono le terrecotte che decoravano i due santuari extraurbani del fondo Patturelli a Curti e di Diana Tifatina a Sant’Angelo in Formis. Alla prima metà del VI sec. a.C. risalgono i soggetti animalistici: acroteri con protomi di grifo e a testa equina, decorazioni di coppi con protomi di arieti e di cavalli, gocciolatoi a teste di ariete, con testine femminili e protomi di felino. In questa epoca gli influssi corinzi e laconici sono evidenti nelle antefisse con testa umana e pettinatura "dedàlica", in quelle con la “Signora degli Animali”, con i Boreadi in corsa, con sfinge bisoma. Nella seconda metà del VI sec. a.C. compaiono le antefisse con l’Artemide a cavallo ed Eracle e il leone nemeo. Ricche sono le serie delle antefisse con testa femminile nimbata, con raffigurazione di Acheloo e altre con palmette. Ben attestata è anche la serie delle antefisse con testa di Gorgone. La produzione continua fino al tardo ellenismo, attestando influenze da Taranto nelle teste femminili c.d."patetiche".
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Denominazione: Terracotte votive Sale XVI-XVII-XVIII-XIX
Descrizione: Il territorio capuano ha restituito gran quantità di terrecotte votive: figure femminili panneggiate, teste maschili e femminili, offerenti, animali, oltre a statue di divinità, come quelle di Diana-Artemide, di Minerva-Atena, dei Diòscuri e di Afrodìte. La produzione iniziò tra la fine del VI e la prima metà del V sec,a,C., risentendo degli influssi ionico-attici; si incrementò in epoca sannitica tra la fine del V e la prima metà del IV, e si intensificò dopo la guerra latina del 340-338 a. C., grazie all'apertura verso mercati romani-latini, sicelioti, italioti ed in particolare tarantini. Nel II sec. a. C. il declino delle piccole industrie a vantaggio di grandi aziende portò a eseguire prodotti sempre meno curati. All’inizio del I sec. a. C. un cambiamento negli usi religiosi condusse alla sostituzione delle grandi statue in argilla con raffigurazioni in pietra e alla scomparsa delle offerte di oggetti fittili. La produzione delle terrecotte votive fu caratterizzata, dall'epoca arcaica fino all'età romana, da varie influenze stilistiche. Oltre alla riproposizione di stili e forme dell'arte greca, si interpretarono in chiave locale gli elementi greci, o ancora si privilegiò l'espressione spontanea con spiccati tratti indigeni, estranei al gusto classico.
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Denominazione: Collezione Federiciana Sala XXV
Descrizione: L’imperatore Federico II costruì tra il 1234 e il 1239, sul Volturno, la monumentale Porta di Capua, o Porta delle due Torri, ispirandosi agli antichi archi di trionfo. Il monumento era il manifesto ideologico del sovrano, che sfidava il vicino Stato Pontificio con un programma politico basato sul tema simbolico della Giustizia. La Porta si componeva di due torri, collegate da mura. Al centro della facciata era la statua dell'imperatore "in maestà" soprastata dall'iscrizione "Misero renderò ch'io sappia la voglia mutare". A destra era il busto di Pier delle Vigne, con l’iscrizione "Entrino sicuri quelli che bramano vivere puri", a sinistra quello di Taddeo da Sessa, con la frase "tema l’infido di essere bandito e cacciato in carcere". In un tondo centrale, sotto la statua dell’imperatore, campeggiava la testa di donna simboleggiante la Iustitia imperialis (detta anche Capua fidelis), che recava il motto: "Per comando di Cesare io garantisco la custodia del Regno". Il monumento fu abbattuto nel 1557 per costruire nuove fortificazioni per ordine del viceré duca d'Alba. Nel 1799, al passaggio dei Francesi, la statua dell'imperatore fu mutilata del capo e le sculture vennero rimosse. Nel 1870 vennero trasportate nel Museo Campano, con le altre sculture che ornavano la Porta.
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Denominazione: Pinacoteca Sala XXVIII; Quadreria Sale Liani, Borbone e Savoia
Descrizione: Nella Pinacoteca sono esposte opere databili dal XIII al XVIII secolo, provenienti da conventi e chiese di Capua e dintorni. Tra le sculture lignee è un Crocefisso, tipico esempio di iconografia gotica che conserva reminescenze romaniche. Pregevoli anche il Trittico della Trinità di Pavanino Palermitano (metà XIV secolo) e la tavola con Ecce Homo di Bartolomeo Vivarini (seconda metà del XV secolo). Il “Polittico della Croce” di Cristoforo Scacco proviene dal Convento di S.Anna. Di scuola caravaggesca sono le “Nozze mistiche di S. Caterina”. Di Francesco Liani è la grande tela con le nozze di Canaa. Nella sala è collocato l'affresco del 1290 raffigurante “l’Ascensione di Cristo” proveniente dalla chiesa di San Salvatore Piccolo di Capua. Le altre opere a tema religioso di Liani sono raccolte nella sala dedicata al pittore; i suoi ritratti borbonici sono collocati nella Sala Borbone, accanto ai ritratti dei Reali eseguiti da altri artisti come Giuseppe Bonito, Angelika Kauffman, Carlo La Barbera, Giuseppe Cammarano. Nella sala Savoia, dedicata ai ritratti dei sovrani del Regno d’Italia, spiccano quattro oli su tela realizzati da Paolo Gaidano e da Edoardo Gelli, donati nel 1905 da Vittorio Emanuele III in seguito ad una sua visita al Museo Campano.
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Denominazione: Monetiere Sala XX, XXI
Descrizione: Sono conservate monete magno-greche, romane, medievali nonchè monete e medaglie di età successiva. Per il mondo antico, contiene emissioni "urbiche" di città della Magna Grecia e delle città alleate di Roma, serie romane di età repubblicana, denominate "consolari", e di età imperiale romana o "imperatorie". Sono presenti tutte le monete pertinenti alle città antiche della Campania: Neapolis, Suessa, Cales, Hyria, Teanum, Calatia, Nola, Cuma, Atella ecc. Capua è rappresentata da un'ampia campionatura in oro e in elettro, in argento e bronzo marcata con la legenda osca "Capu", risalente dai tempi della Prima Guerra Punica (264-241 a.C.) fino agli inizi della Seconda Guerra Punica (218-201 a.C.). La monetazione di Capua è affine a quella di Calatia e Atella, città che, come Capua, abbandonarono l'alleanza con Roma dopo la disfatta di Canne (216 a.C.). La proclamata autonomia si rivela nell'uso della lingua osca per la legenda e di valori monetali ormai estranei alla tradizione campana, ma compatibili con quelli in uso a Siracusa dopo il 215 a. C., ovvero dopo Canne. Significativo appare l'uso di un repertorio iconografico ispirato ai culti locali, quale quello di Diana, a soggetti bellici, quali i trofei di armi, e persino l'elefante, esplicito richiamo alle vicende annibaliche.
Come arrivare
In Auto: Via autostrada: tramite la A1 Napoli-Roma(ex A2) con uscita: - al casello di Capua situato nel Comune di Pastorano in direzione Nord (a circa 8,5 KM); - al casello di Santa Maria Capua Vetere situato nell’omonimo comune (a circa 6 km);In Treno: Stazione di Capua (a circa 1 km dal centro)
In Autobus: Linea di trasporto pubblico ACMS e linee private
In Aereo: Aaeroporto di Napoli-Capodichino (a circa 35,4 KM).
Nei dintorni: Arco di Porta Napoli; Sala d’Armi; Arco di Sant’Eligio; Ponte Romano; Torri di Federico II di Svevia; Torre campanaria del Duomo; Monumento ai Caduti in Guerra; Castello di Carlo V; Castello delle Pietre; Fortificazioni. Museo Diocesano; Museo civico di Arte Contemporanea; Duomo o Cattedrale SS. Santi Stefano e Agata; Chiesa di Sant’Angelo in Audoaldis; Chiesa di San Marcello Maggiore; Chiesa dei Santi Rufo e Carponio; San Giovanni a Corte; San Michele a Corte; San Salvatore a Corte; Complesso di San Domenico; Chiesa della Santissima Carità; Chiesa della Maddalena; Complesso dell’Annunziata; Chiesa di Sant’Eligio; Chiesa di Santa Maria della Pietà (Santella); San Gabriello (o Santa Placida); ruderi della Chiesa di San Leucio; Chiesa di Montevergine; complesso delle Dame Monache, Chiesa dei Santi Cosma e Damiano; Cappella di Sant’Antonio; Cappella della Madonna dei Leoni; Chiesa della Concezione; Chiesa di San Martino alla Giudea; Chiesa di Santa Maria in Abate (Sant’Anna); Chiesa del Gesù Gonfalone; Santa Caterina e convento delle Suore francescane; Chiesa di San Lazzaro; Chiesa di San Giuseppe; Chiesa di San Cristoforo; la Cappella della Morte; Chiesa dei Santi Nazario e Celso; Palazzo Rinaldi- Milano (oggi Campanino); Palazzo Friozzi; Palazzo Lanza; Palazzo Fieramosca; Palazzo Comunale; Edificio della Gran Guardia o Bivach; Palazzo Vescovile; Palazzo Marotta-Migliore; Palazzo Fazio; Palazzo de Capua (Gentile).
Note: E’ possibile contattare il Museo su FB (MuseoCampanoCapua), Tw (Museocampano) ed ascoltare sul web la radio del Museo, online 24h al sito www.radiomatermatuta.it.
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