Le Scienze
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29 marzo 2016
I frassini europei destinati all'estinzione?
L’azione combinata di un patogeno fungino e di un coleottero
asiatico minaccia di eliminare uno degli alberi più diffusi in Europa.
Con conseguenze ecologiche disastrosedi Davide Michielin
La scomparsa di qualunque organismo da un ecosistema intacca il delicato equilibrio di cui è parte, in maniera tanto più grave quanto più la specie è abbondante o svolge un ruolo ecologico difficilmente sostituibile. Per questo motivo il fungo che ha colpito le popolazioni di frassino, uno dei più diffusi alberi del continente europeo, minaccia di sconvolgere la struttura e la biodiversità di boschi, sponde e siepi, aprendo una ferita che impiegherebbe oltre un secolo a rimarginarsi. Sono infatti oltre mille le specie associate ai boschi di frassino, di cui 12 uccelli, 55 mammiferi e 239 invertebrati.
Un corposo studio condotto dall’Università di Oxford in collaborazione con lo Smithsonian Institution e le Università del Connecticut e del Queensland, e pubblicato sulla rivista "Journal of Ecology", ha ora usato i modelli matematici propri della dinamica delle comunità vegetali per delineare i possibili scenari generati dalla diffusione del fungo Hymenoscyphus fraxinea, responsabile della moria dei frassini.
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La diffusione per via aerea e la superficie adesiva permettono infatti alle spore di H. fraxinea di propagarsi rapidamente, colpendo con severità il frassino comune (Fraxinus excelsior), il frassino nero (F. nigra), il frassino meridionale (F. angustifolia) e in misura minore l’orniello (F. ornus).
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Oltrepassata la soglia del 75 per cento di mortalità, la scomparsa del frassino dall’Europa rappresenta molto più di una semplice possibilità. Anche perché su di essi incombe un’altra minaccia, altrettanto letale. Nella review che accompagna l’articolo, Peter Thomas – professore di ecologia vegetale alla Keele University – richiama l’attenzione sull'avanzata del minatore smeraldino (Agrilus planipennis), un coleottero di origine asiatica che, in assenza dei suoi predatori naturali, ha già ucciso milioni di frassini in Nord America.
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Individuato per la prima volta nel 2003 a Mosca, il minatore smeraldino ha iniziato la sua diffusione verso occidente, avanzando di circa 40 kilometri all’anno e raggiungendo di recente la Svezia.
In Italia non ci sono sono state finora segnalazioni ma la sua introduzione potrebbe causare danni molto più gravi di quelli provocati da H. fraxinea. Proveniente dalla Slovenia, il fungo ha infatti raggiunto l'Italia nel 2009 senza però riuscire ad attechire, rimanendo limitato ad alcuni focolai nel Triveneto.
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