20
mag 2012
Strisce repellenti
Ancora oggi le strisce della zebra sono uno
dei più inspiegabili misteri della natura. A cosa servono? Di quale
vantaggio evolutivo hanno goduto gli animali che le avevano? Le risposte
degli zoologi a questi interrogativi sono molte e diverse.
Secondo alcuni le strisce sono una forma di mimetismo per difendersi dai predatori: quando un branco di zebre fugge compatto, gli assalitori non sarebbero in grado di distinguere i singoli individui ma solo una massa rigata dai contorni indefiniti.(Zebre, leoni e altre meraviglie africane: vieni a scoprirle)
Altre teorie ipotizzano che l'alternanza di bianco e nero possa regolare l'assorbimento della luce del sole e quindi la temperatura del corpo, o che le strisce servano come "carta d'identità" per i singoli individui.(Non solo Zebre: alla scoperta del Madagascar)
Ma la teoria più innovativa è stata formulata nel 2009 da Jeffry Waage, un entomologo inglese, secondo il quale le strisce delle zebre sarebbero un repellente naturale contro le mosche tse-tse, responsabili della trasmissione della malattia del sonno. Questi pericolosi insetti sono muniti di occhi sfaccettati che non permettono loro di distinguere forme e prospettive: per la mosca tse-tse la zebra e le sue strisce sarebbero quindi praticamente indistinguibili dallo sfondo dell’immagine. Questa teoria sembra confermata dal fatto che le zebre, pur essendo l’unico animale della savana a non aver sviluppato l’immunità nei confronti della malattia del sonno, sono la specie meno colpita da questa patologia.
Secondo alcuni le strisce sono una forma di mimetismo per difendersi dai predatori: quando un branco di zebre fugge compatto, gli assalitori non sarebbero in grado di distinguere i singoli individui ma solo una massa rigata dai contorni indefiniti.(Zebre, leoni e altre meraviglie africane: vieni a scoprirle)
Altre teorie ipotizzano che l'alternanza di bianco e nero possa regolare l'assorbimento della luce del sole e quindi la temperatura del corpo, o che le strisce servano come "carta d'identità" per i singoli individui.(Non solo Zebre: alla scoperta del Madagascar)
Ma la teoria più innovativa è stata formulata nel 2009 da Jeffry Waage, un entomologo inglese, secondo il quale le strisce delle zebre sarebbero un repellente naturale contro le mosche tse-tse, responsabili della trasmissione della malattia del sonno. Questi pericolosi insetti sono muniti di occhi sfaccettati che non permettono loro di distinguere forme e prospettive: per la mosca tse-tse la zebra e le sue strisce sarebbero quindi praticamente indistinguibili dallo sfondo dell’immagine. Questa teoria sembra confermata dal fatto che le zebre, pur essendo l’unico animale della savana a non aver sviluppato l’immunità nei confronti della malattia del sonno, sono la specie meno colpita da questa patologia.
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