5 AGOSTO 1068: L’ASSEDIO DI BARI.
Per quasi due secoli Bari fu il principale centro e sede della massima autorità bizantina nei territori occidentali dell’Impero romano d’Oriente. Dopo la fine dell’emirato arabo e una breve parentesi longobarda, nel 876 la città diventò il capoluogo del “Théma di Longobardia”, provincia che comprendeva la Puglia e i territori campani sino a Benevento contesi ai principati longobardi.
Il Théma era governato da un funzionario imperiale che concentrava nella sua persona i poteri militari e quelli civili. Tra il 970 e il 975 Bari divenne la sede del “Catapanato” d’Italia, una forma di governo retto da un nuovo funzionario d’alto rango che aveva giurisdizione su tutti i possedimenti bizantini nella penisola italica. Il Catapano (o Catepano) di Bari occupava il 29° posto nell’ordine delle precedenze ai banchetti e alle cerimonie di corte a Costantinopoli.
Dopo il 1060, molte città costiere della Puglia sotto il controllo bizantino, erano minacciate dalle navi normanne. Questo popolo di origine germanica era intenzionato a porre fine al dominio di Bisanzio in Italia, prima di concentrare le proprie forze alla conquista della Sicilia araba. Roberto d’Altavilla, detto il Guiscardo, con un buon contingente di truppe, mosse all’assedio di Bari: era il 5 agosto del 1068.
Nella città pugliese si formarono due fazioni, una filonormanna, l’altra fedele all’impero bizantino che finì per prevalere. Così i baresi chiusero le porte della città, pronti a resistere e mandarono una richiesta di aiuto a Romano IV Diogene a Costantinopoli. Contemporaneamente rifiutarono ogni negoziato offerto da Roberto il Guiscardo.
Vista la situazione, l’imperatore Romano IV nominò un nuovo catapano d’Italia, Avartutele, lo fornì di una flotta, uomini e viveri e lo mandò in soccorso dei baresi. La flotta bizantina arrivò a Bari nei primi mesi del 1069. Intanto Roberto il Guiscardo vittoria dopo vittoria occupò alcuni centri della Puglia ma non tornò immediatamente a Bari, preferendo dirigersi verso Brindisi per aiutare l'assedio normanno di quella città. Nell’autunno 1070 Brindisi capitolò. La situazione per Bari si faceva critica: la Puglia era sempre più in mano ai normanni, la popolazione barese pativa la fame e le truppe normanne, pronte ad attaccare, erano sempre più numerose.
Per tentare di porre fine all’assedio, Avartutele ordì un complotto per assassinare Roberto il Guiscardo ma il piano fallì. Avartutele chiese allora aiuto a Costantinopoli. Ma l'impero non attraversava un buon momento: non aveva un esercito numeroso ed era minacciato ad Oriente e, in più, i suoi generali temevano i normanni, dai quali erano sempre stati sconfitti.
Romano IV riuscì ad armare comunque 20 navi e ne affidò il comando a Gozzelino, un ribelle normanno. A lui fu affiancato Stefano Paterano, nominato nuovo catapano d’Italia. Nel febbraio del 1071 le navi bizantine furono intercettate e disperse dai normanni. Gozzelino fu catturato, mentre Stefano Paterano riuscì fortuitamente ad entrare in città. Il nuovo catapano si rese subito conto che Bari non poteva resistere oltre e inviò una delegazione a parlamentare con i nemici: il 15 aprile 1071 Bari fu consegnata ai normanni ed Il giorno dopo, vigilia della domenica delle Palme, Roberto il Guiscardo entrò in città.
Paterano fu prima messo in prigionia, poi venne lasciato tornare a Costantinopoli, insieme ad altri superstiti. La caduta di Bari fu una catastrofe per l’impero bizantino che conobbe un periodo di grave crisi e inarrestabile decadenza: dopo 536 anni terminava la dominazione bizantina in Italia e iniziava quella normanna. L’ultimo tentativo di riconquista bizantina di Bari si ebbe tra il 1143 e il 1156, ma sempre con esiti disastrosi. Il sogno bizantino di questa città era finito per sempre.
Antonio A. – Fonte: Il Portale del sud.
#accaddeoggi #bizantini #normanni #bari
Per quasi due secoli Bari fu il principale centro e sede della massima autorità bizantina nei territori occidentali dell’Impero romano d’Oriente. Dopo la fine dell’emirato arabo e una breve parentesi longobarda, nel 876 la città diventò il capoluogo del “Théma di Longobardia”, provincia che comprendeva la Puglia e i territori campani sino a Benevento contesi ai principati longobardi.
Il Théma era governato da un funzionario imperiale che concentrava nella sua persona i poteri militari e quelli civili. Tra il 970 e il 975 Bari divenne la sede del “Catapanato” d’Italia, una forma di governo retto da un nuovo funzionario d’alto rango che aveva giurisdizione su tutti i possedimenti bizantini nella penisola italica. Il Catapano (o Catepano) di Bari occupava il 29° posto nell’ordine delle precedenze ai banchetti e alle cerimonie di corte a Costantinopoli.
Dopo il 1060, molte città costiere della Puglia sotto il controllo bizantino, erano minacciate dalle navi normanne. Questo popolo di origine germanica era intenzionato a porre fine al dominio di Bisanzio in Italia, prima di concentrare le proprie forze alla conquista della Sicilia araba. Roberto d’Altavilla, detto il Guiscardo, con un buon contingente di truppe, mosse all’assedio di Bari: era il 5 agosto del 1068.
Nella città pugliese si formarono due fazioni, una filonormanna, l’altra fedele all’impero bizantino che finì per prevalere. Così i baresi chiusero le porte della città, pronti a resistere e mandarono una richiesta di aiuto a Romano IV Diogene a Costantinopoli. Contemporaneamente rifiutarono ogni negoziato offerto da Roberto il Guiscardo.
Vista la situazione, l’imperatore Romano IV nominò un nuovo catapano d’Italia, Avartutele, lo fornì di una flotta, uomini e viveri e lo mandò in soccorso dei baresi. La flotta bizantina arrivò a Bari nei primi mesi del 1069. Intanto Roberto il Guiscardo vittoria dopo vittoria occupò alcuni centri della Puglia ma non tornò immediatamente a Bari, preferendo dirigersi verso Brindisi per aiutare l'assedio normanno di quella città. Nell’autunno 1070 Brindisi capitolò. La situazione per Bari si faceva critica: la Puglia era sempre più in mano ai normanni, la popolazione barese pativa la fame e le truppe normanne, pronte ad attaccare, erano sempre più numerose.
Per tentare di porre fine all’assedio, Avartutele ordì un complotto per assassinare Roberto il Guiscardo ma il piano fallì. Avartutele chiese allora aiuto a Costantinopoli. Ma l'impero non attraversava un buon momento: non aveva un esercito numeroso ed era minacciato ad Oriente e, in più, i suoi generali temevano i normanni, dai quali erano sempre stati sconfitti.
Romano IV riuscì ad armare comunque 20 navi e ne affidò il comando a Gozzelino, un ribelle normanno. A lui fu affiancato Stefano Paterano, nominato nuovo catapano d’Italia. Nel febbraio del 1071 le navi bizantine furono intercettate e disperse dai normanni. Gozzelino fu catturato, mentre Stefano Paterano riuscì fortuitamente ad entrare in città. Il nuovo catapano si rese subito conto che Bari non poteva resistere oltre e inviò una delegazione a parlamentare con i nemici: il 15 aprile 1071 Bari fu consegnata ai normanni ed Il giorno dopo, vigilia della domenica delle Palme, Roberto il Guiscardo entrò in città.
Paterano fu prima messo in prigionia, poi venne lasciato tornare a Costantinopoli, insieme ad altri superstiti. La caduta di Bari fu una catastrofe per l’impero bizantino che conobbe un periodo di grave crisi e inarrestabile decadenza: dopo 536 anni terminava la dominazione bizantina in Italia e iniziava quella normanna. L’ultimo tentativo di riconquista bizantina di Bari si ebbe tra il 1143 e il 1156, ma sempre con esiti disastrosi. Il sogno bizantino di questa città era finito per sempre.
Antonio A. – Fonte: Il Portale del sud.
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