La conferma di Rosetta: dalle comete i “semi” della vita
Roma - Sono stati trovati per la prima volta con certezza su una
cometa alcuni degli ingredienti fondamentali per la vita. A trovarli, nella coda della cometa 7P/Churyumov-Gerasimenko, è stata la missione europea Rosetta.
I risultati sono stati pubblicati da Kathrin Altwegg, dell’università di Berna, sulla rivista Science Advances, offrendo un’importante prova a sostegno dell’importanza delle comete come portatrici dei “semi” della vita.
Che le comete fossero dei “corrieri” di molecole fondamentali alla vita è un’ipotesi molto affascinante ma, nonostante esistessero già molti indizi a favore di questa tesi, non si avevano ancora delle vere certezze. Una prima mezza prova era arrivata alcuni anni fa grazie alla missione americana Stardust che aveva raccolto con un “retino” e riportato a Terra dei campioni di polveri di una cometa.
Al suo interno erano stati trovati alcuni amminoacidi, i mattoni base delle proteine, ma il sospetto che i campioni potessero essere stati contaminati durante il rientro erano molti, tanto da non poterli considerare come puri campioni di cometa. La prima certezza arriva ora da Rosetta, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) realizzata con un fondamentale contributo italiano che ha studiato (facendo anche atterrare un lander) da vicino per mesi uno di questi “relitti” del Sistema Solare. «Questa è la prima prova indiscutibile di presenza di glicina su una cometa», ha spiegato Altwegg.
Gli strumenti di Rosetta non solo hanno trovato la glicina, un amminoacido, ma anche le molecole che portano alla sua formazione, permettendo così anche di capirne i meccanismi. Le tracce di questa molecola sono state osservate in più occasioni, con un picco soprattutto mentre la cometa stava raggiungendo il perielio, il punto più vicino al Sole, nell’agosto del 2015.
Questi nuovi dati fugano, quindi, qualsiasi dubbio sulla presenza sulle comete di queste fondamentali molecole necessarie alla vita e dimostrano inoltre che su questi corpi ghiacciati sono anche delle vere e proprie fabbriche dove hanno luogo complesse reazioni chimiche.
I risultati sono stati pubblicati da Kathrin Altwegg, dell’università di Berna, sulla rivista Science Advances, offrendo un’importante prova a sostegno dell’importanza delle comete come portatrici dei “semi” della vita.
Che le comete fossero dei “corrieri” di molecole fondamentali alla vita è un’ipotesi molto affascinante ma, nonostante esistessero già molti indizi a favore di questa tesi, non si avevano ancora delle vere certezze. Una prima mezza prova era arrivata alcuni anni fa grazie alla missione americana Stardust che aveva raccolto con un “retino” e riportato a Terra dei campioni di polveri di una cometa.
Al suo interno erano stati trovati alcuni amminoacidi, i mattoni base delle proteine, ma il sospetto che i campioni potessero essere stati contaminati durante il rientro erano molti, tanto da non poterli considerare come puri campioni di cometa. La prima certezza arriva ora da Rosetta, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) realizzata con un fondamentale contributo italiano che ha studiato (facendo anche atterrare un lander) da vicino per mesi uno di questi “relitti” del Sistema Solare. «Questa è la prima prova indiscutibile di presenza di glicina su una cometa», ha spiegato Altwegg.
Gli strumenti di Rosetta non solo hanno trovato la glicina, un amminoacido, ma anche le molecole che portano alla sua formazione, permettendo così anche di capirne i meccanismi. Le tracce di questa molecola sono state osservate in più occasioni, con un picco soprattutto mentre la cometa stava raggiungendo il perielio, il punto più vicino al Sole, nell’agosto del 2015.
Questi nuovi dati fugano, quindi, qualsiasi dubbio sulla presenza sulle comete di queste fondamentali molecole necessarie alla vita e dimostrano inoltre che su questi corpi ghiacciati sono anche delle vere e proprie fabbriche dove hanno luogo complesse reazioni chimiche.
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