Oh, dolce Eclissi
... lo so bene come si approssima il mio orgasmo, prima di sventagliarsi
in un arcobaleno di intensi momenti di piacere multiplo.
Esso
spinge sempre più forte per arrivare a sgorgare da tutta me stessa, e
quando sfocia, burrascoso e violento, colpisce cosi intensamente da
costringermi ad inarcare la schiena al cielo, immolandomi sull'altare
del mio stesso piacere. In quel preciso istante perdo tutti i punti
d'appiglio con il mondo circostante e avverto chiaramente il dissolversi
del controllo imposto dalla razionalità.
All'inizio, quando
ancora non sapevo gestire bene le energie che mi si agitavano dentro, mi
bloccavo in sintonia con l'ondata più forte, a occhi spalancati e bocca
aperta, colpita a morte dalla forza disarmante da cui ero stata
investita. Solo in seguito mi sono resa conto che, in quel modo, stavo
rischiando di perdere tutto il resto che avrei scoperto oltre. Ho capito
che non dovevo fermarmi al primo naufragio sulla battigia umida delle
mie pulsioni, ma era necessario dare ulteriore sfogo alle fitte di
voglia che fluivano lente al clitoride, forgiandole nella direzione
giusta, senza disperderle. E ricominciavo a muovermi, a gemere, a
gridare, a contorcermi fra le lenzuola, finendo sempre in un percorso a
spirale, orgasmo dopo orgasmo, seminato dalla testa ma sbocciato nel
corpo.
Ormai so che appena si esaurisce il primo, così intenso, e
arriva un'apparente calma, risentirò pulsare forte il desiderio fra le
gambe, le stringerò e le terrò strette a me, ben conscia che questo
pacato benessere non mi basterà. E' come se la voglia partisse dalle
viscere dello stomaco ed è come se la corrente elettrica nuovamente
diffusa nel mio corpo riaccendesse la fiça che non cesserà di colare
sulle lenzuola bianche. E' una sensazione devastante e non riesco a fare
altro che ricominciare, chiudendo gli occhi e facendomi sçopare la
testa da me stessa e dai miei pensieri, spesso nerissimi, maturati
attorno alle persone che amo.
Tutte le sere prima di dormire devo
venire ... Devo aprirmi ... Devo godere delle scosse del giorno ...
Ripercorrere gli istanti in cui mi sono bagnata e risentire tutto ...
devo stare da sola, sola con me stessa... Devo sfamarmi da sola e farmi
sommergere dalle ondate di tutti gli orgasmi sfuggiti al giorno ... non
mi bastano più due o tre sçopate, reali e persino virtuali, ne voglio
altre con me stessa, io e le mie dita, completamente chiusa al mondo
esterno. IO ME MIA.
Ci sono giorni in cui, dopo che Lui mi ha
sbattuta a letto, prendo a slacciargli rabbiosamente i jeans e mi faccio
sçopare forte la bocca ... sa che dovrà farlo fino in fondo, senza
paura, mentre io mi sçopo da sola. E verrò subito, in un istante ...poi
attenderò il suo turno e, mentre sarò occupata a saziarmi di tutto lo
sperma che mi avrà spinto in gola, verrò ancora, e ancora, senza
soluzione di continuità ... Ma non mi basta, non mi può bastare. Lo
costringerò a succhiare il mio orgasmo dalle dita, facendogli perdere
ogni senso della realtà. E quando sarò nuovamente da sola, con la sua
saliva depositata sulle dita, mi farò venire ancora, accompagnata dal
suo profumo di maschio. Ancora e ancora ... Ancora e ancora ... Sono
così insaziabile che a volte il sonno mi sorprende con le dita dentro la
mia fiça, inzuppate di me dopo l'ultimo spasimo ... finalmente serena.
E'
bisogno incessante, quello che provo ... sentirmi aperta, slabbrata, la
sua ... e anche la mia, di me stessa ... e mi eccito da morire quando
mi sfondo forte davanti lo specchio e poi mi osservo venire, nuovamente
... Aperta fino a farmi male, prontissima per ricevere quel sesso che
non arriverà, che vorrei e non avrò ... Allora mi torturo da sola
ardendo intensamente affinché possa ascoltare i miei richiami, soffrendo
la sua bastarda assenza, quel vuoto selvaggio da cui non so schiodarmi
senza il suo ritorno. E continuerò a bagnarmi sempre di più ... Perché
la voglia sale con e senza di lui, e i colpi inferti al cervello
diventeranno frenetici per farmi respirare nuovamente solo quando
l'ultimo orgasmo mi avrà liberata da un anello di quella interminabile
catena ... per poi ricominciare fino a quando la stanchezza non prenderà
il sopravvento.
Tutte le notti lo faccio ...
Sono sempre aperta ...
E le mie dita sanno sempre di me ...
Sono buona, so di buono ...
Sì,
caro Eclissi, ne ho bisogno ... totalmente ... per liberare ansia,
attesa, per anestetizzare la frenesia della sua mancanza ... Se non mi
controllo più dalla voglia che mi ha morso il clitoride, potrei venire
anche 10 volte di seguito ... E vengo quasi subito ... Continuamente ...
Gli orgasmi mi frustano, mi percuotono, mi devastano ... e mi lasciano
ansante sul letto e svuotata. Finalmente senza inquietudini, senza paura
del futuro, senza quel senso della solitudine che mi attanaglia mentre
sono sola, sperduta. Finalmente sola, e liberata, con e senza di lui.
Ecli&Baby
scritto il 27/10/13 alle 21:12
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