Flop delle politiche sul lavoro: il tasso di occupazione dopato
Garanzia
Giovani è un flop: solo tre su 100 trovano lavoro. Tiraboschi avverte
Renzi: "Il Jobs act fallirà". Il mercato sulle nuove assunzioni è dopato
dalla decontribuzione
Garanzia
Giovani è un flop: solo tre su 100 trovano lavoro. Tiraboschi avverte
Renzi: "Il Jobs act fallirà". Il mercato sulle nuove assunzioni è dopato
dalla decontribuzione
Il programma Garanzia Giovani è un flop. Pensato per dare una mano agli under 30, il progetto natto un paio d'anni fa è riuscito a trovare lavoro a solo 32mila (il 3,7%) del milione di giovani iscritti.
Ma dove sono finiti gli 1,75 miliardi stanziati da Bruxelles?
Un euro su tre in tirocini. Il resto tra centri per l’impiego e bonus
alle imprese. "Garanzia giovani è l'antipasto delle politiche attive del Jobs act - commenta alla Stampa il giuslavorista Michele Tiraboschi - era il primo banco di prova per vedere la tenuta della riforma ed è un flop".
I 32mila contratti di lavoro ci sono costati oltre 36mila euro ciascuno. Come si legge in un report dell’Istituto per lo Sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol), pubblicato oggi dalla Stampa, dall’Europa sono arrivati 1,5 miliardi di euro. Un sacco di soldi, però, sono stati buttati via in sprechi e costi burocratici. Il piano garantiva una risposta nel giro di quattro mesi. E così oltre un milione di giovani si sono subito iscritti. Di questi ne vengono subito scartati alcuni perché non hanno i requisiti. Altri, invece, trovano lavoro. Al 18 marzo gli iscritti sono 865mila. Secondo le stime del report, però, se ne aggiungono ottomila ogni settimana. Ma gli uffici per l’impiego non sono in grado di gestirli. Tanto che, dopo quasi due anni, un iscritto su quattro non ha ancora ricevuto una risposta. I numeri sono davvero impietosi: 642mila hanno ricevuto solo una chiamata dai servizi per l’impiego e 227mila, dopo il colloquio, hanno conseguito "una misura concreta" che per 32mila di è trattato di un vero e proprio contratto di lavoro mentre 139mila si sono dovuti accontentare di un tirocinio. In questo modo, si legge, "i ragazzi sono pagati meno e le imprese risparmiano due volte" perché "buona parte della retribuzione ècoperta dai fondi europei di Garanzia Giovani".
"Ci sono molti iscritti - commenta Tiraboschi - perché i ragazzi ci credono, illusi dalla parola 'garanzia'. Ma la verità - continua - è che uno su quattro non ha nemmeno ricevuto risposta: se questo è l'anticipo delle politiche sul lavoro, il Jobs act fallirà". Se il programma Garanzia giovani verrà rifinanziato, bisognerà imparare dagli errori commessi. Il giuslavorista chiede, quindi, un intervento autorevole delle istituzioni europee. "Bruxelles dovrebbe darci un cartellino giallo e vigilare che gli sprechi non si ripetano", aggiunge Tiraboschi secondo cui il mercato sulle nuove assunzioni è dopato dalla decontribuzione: "Il boom di contratti a dicembre è spiegato perché scadeva il bonus tramite cui le aziende per tre anni non pagano i contributi dei neo assunti. Ma attenzione: fra tre anni avremo un incremento dei licenziamenti. Anche la Corte dei Conti ha lanciato l'allarme".
I 32mila contratti di lavoro ci sono costati oltre 36mila euro ciascuno. Come si legge in un report dell’Istituto per lo Sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol), pubblicato oggi dalla Stampa, dall’Europa sono arrivati 1,5 miliardi di euro. Un sacco di soldi, però, sono stati buttati via in sprechi e costi burocratici. Il piano garantiva una risposta nel giro di quattro mesi. E così oltre un milione di giovani si sono subito iscritti. Di questi ne vengono subito scartati alcuni perché non hanno i requisiti. Altri, invece, trovano lavoro. Al 18 marzo gli iscritti sono 865mila. Secondo le stime del report, però, se ne aggiungono ottomila ogni settimana. Ma gli uffici per l’impiego non sono in grado di gestirli. Tanto che, dopo quasi due anni, un iscritto su quattro non ha ancora ricevuto una risposta. I numeri sono davvero impietosi: 642mila hanno ricevuto solo una chiamata dai servizi per l’impiego e 227mila, dopo il colloquio, hanno conseguito "una misura concreta" che per 32mila di è trattato di un vero e proprio contratto di lavoro mentre 139mila si sono dovuti accontentare di un tirocinio. In questo modo, si legge, "i ragazzi sono pagati meno e le imprese risparmiano due volte" perché "buona parte della retribuzione ècoperta dai fondi europei di Garanzia Giovani".
"Ci sono molti iscritti - commenta Tiraboschi - perché i ragazzi ci credono, illusi dalla parola 'garanzia'. Ma la verità - continua - è che uno su quattro non ha nemmeno ricevuto risposta: se questo è l'anticipo delle politiche sul lavoro, il Jobs act fallirà". Se il programma Garanzia giovani verrà rifinanziato, bisognerà imparare dagli errori commessi. Il giuslavorista chiede, quindi, un intervento autorevole delle istituzioni europee. "Bruxelles dovrebbe darci un cartellino giallo e vigilare che gli sprechi non si ripetano", aggiunge Tiraboschi secondo cui il mercato sulle nuove assunzioni è dopato dalla decontribuzione: "Il boom di contratti a dicembre è spiegato perché scadeva il bonus tramite cui le aziende per tre anni non pagano i contributi dei neo assunti. Ma attenzione: fra tre anni avremo un incremento dei licenziamenti. Anche la Corte dei Conti ha lanciato l'allarme".
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