La Giraffa Ignorante
MARBLE WEEK
Dal 18 Giugno, dalle 18.00 alle 24.00 fino a data da destinarsi
tutti i week end nel centro storico di Carrara
Uscendo fuori dal lunapark serale fatto da saltimbanchi e fritture miste in una città che fa già troppo per conto suo per imbruttire le proprie bellezze del centro storico, con cacche troppe, troppissime, impalcature gazebo ed edifici pronti al crollo, ho visitato questa grande manifestazione che ha il grande pregio di essere gratuita (segnalo tra l'altro i 10 euro spesi per Canova) e rimasta oramai la più grande organizzata, alla luce del sole, dopo il probabile annullamento della Biennale. L'esposizione è collocata in tutto il centro e propone opere scultoree e di desing, e ci ripropone ancora la famosa Cadillac in marmo, che se pur ben congeniata e gran pregio, è già stata vista e rivista. Fortunatamente questa sarà l'ultima occasione per esporla poichè è stata venduta ad un collezionista tedesco. Forse tutto il concetto della Marble Week e di Carrara stessa, è sintetizzato nel "Baule" di Francesco Siani, “abusivamente” collocato difronte al P.zzo Binelli, un semplice scrigno con un tesoro che, grazie ad un ricordo ancestrale dato dalla sorpresa di trovarlo colmo di monete d'oro piratesche, ci consiglia di curiosare, essendo semiaperto e fa cogliere dall'osservatore, il proprio interno, composto da polvere di marmo o magari una scultura sgretolata, senza più anima, senza più essenza, come la morte; oppure potrebbe contenere la polvere che si forma quando si procede con l'estrazione del blocco quindi l'inizio della vita: l'oro bianco ridotto in polvere, la polvere che ricopre i monti, che vola sulle strade, la polvere che rende bianchi i cavatori, la polvere alla quale torniamo, l'oro bianco che si propone di essere lavorato, ma non è possibile poichè ne rimane solo una granaglia.
Percorriamo poi le strade e troviamo il lucente e smaltato Tomaino che espone un "Volo” “Italo" e un "Cimbello", opere che ci ricordano i tempi in cui eravamo bambini, semplici nella loro originalità quasi disarmanti nella propria semplicità di esecuzione, quasi fossero semplici disegni elementari, scolareschi. Poi troviamo delle belle sigarettone, accese, in memoria di Paolo Armenise, dal titolo "Ricostruzione" ad opera di Emiliana Martinelli, che con questi grandi led, ci consiglia di guardare avanti, verso la luce, illuminazioni presenti della stessa autrice in altri luoghi della città.
Boutros Romhein ci insegue lungo il cammino, con le sue enormi statue che ci rievocano lontananze, viaggi con l'immaginazione leggendo "Eco", "Incanto", "Il Viaggiatore", "La memoria"... e poi coccodrilli ed ippopotami, nuovamente in P.zza d'Armi, come ogni anno, per il piacere dei piccoli, e il rilassamento di genitori annoiati che fumano sigarette o anziani che accompagnano il cane ai propri bisogni, al fresco di Piazza d'Armi e allora Salvetti Andrea mi corre in soccorso dalla calura afosa estiva, con una comoda e divertente seduta, sotto le piante, davanti ad una fontanella, con un freddo acciaio inox dal nome "Microcip (aviospecie). Poi c'è qualche statua di Michele Monfroni, "Woman" e "Amateurs" che ha anche una sua mostra in P.zza Alberica, assieme a Daniele Brochetelli, opere dalle morbide curve come l'acqua del fiume sottostante, che scorre e ci culla entrati dentro le due stanze a far da sottofondo musicale straordinario a queste opere in marmo dei due artisti, circondati inoltre da dipinti che contrastano con tinte cupe.
Il Paretra ci regala sempre sorprese ed è il luogo che più mi attrae visto il suo decadimento spolverato per l'occasione, e si svela quest'anno come fosse una casa, con cucina, interamente creata dal legno dei cassoni di imballaggio, forse di marmo, divani sedie, studio... e tutto si mischia in un ambiente semiabbandonato e carico di opere pittoriche scultoree, un enorme insetto all'entrata e persino due biciclette "Guerra e pace" opera di Pinguino. I decori della "casa" sono composti da fiori giganti (mamanonmama), un inquietante busto tagliato a metà ad opera di Sara Bonucelli, che si identifica con un "Appesa". Una serie di fogli, strappi di libri, di quaderni, appalottolamenti che escono dalla finestra fuggono via con un invito ad osare di Silvana Pianadei che ci informa che "La paura è fatta di niente". Il piano superiore è occupato da due artiste, Carolina Barbieri che elabora opere da una delicatezza unica, tinte appena accennate, elaborazioni poco percettibili di foglie, figure e particolari in fotografia e ci fa apparire una serie di probabili lastre di crani, come il più delicato dei piaceri (esporrà anche il 26 Giugno a Exibibit Ante alla casa del Capo presso la segheria Telara in via Carriona, esposizione curata da Andrea Zanetti che nel campo è una garanzia, ed ha messo a disposizione di 11 artisti 11 veri vecchi armadi elaborati poi con ricordi e sensazioni in un insieme unico, che non mancherò di visitare), e l'insieme “Dettagli Cromatici” di Laura Frediani dove ci vengono mostrati per l'appunto dettagli di cose che, pur essendo sempre sotto gli occhi di tutti non vengono notate nelle diverse sfumature di colore. Presenti inoltre illuminazioni di pregio di Martinelli, Studio Natural, Gae Aulenti, Michel Bouquillon e una bellissima opera della controversa Donia Maaoui "Touch the sky" una figura contorsionista, dai contorni filiformi, quasi fosse una lancia pronta a partire, una donna pronta a guardare verso l'altro, verso nuovi orizzonti e trovare forse la propria libertà, dall'oppressione e dalla sottomissione che ha volte la costringe, verso il cielo (che qui è composto da un soffitto!) e mi rievoca forse qualche scultura africane: una brava artista che nella passata edizione desto scandalo a causa di un opera innocua e definirei poco scandalosa, che poi è stata costretta a coprire, presso la Chiesa delle Lacrime, solo poichè stava collocata sotto al crocifisso e rivelava la propria nudità: la copertura della stessa gli ha donato più carattere, più mistero e forse l'artista ne è rimasta piacevolmente cullata: una scultura femmininea che chiede l'opportunità di emergere e che viene coperta nella sua libertà di espressione dal bigottismo religioso e dalla negazione di vedere oltre.
Poi un straordinario "Dedalus's Brain" dentro al palco della musica che rinchiude un labirinto del cervello, un cervello con voglia di esprimersi, di pensare, viaggiare e con ali enormi si eleva sopra un cumulo di macerie di marmo a firma di Benny Posca.
E macerie di marmo sono il filo conduttore che lega le due esposizioni, estranee alla manifestazione tanto da non essere nemmeno riportate nel volantino, che mi hanno piacevolmente colpito, a cura dell'Assemblea Permanente, la prima è in p.zza Alberica, dove un gruppo di scultori si interroga sul rapporto croce e delizia che la città ha con il marmo e così, nelle stanzette, possiamo trovare una ghigliottina a grandezza naturale crata con scarti inutilizzabili poichè "brutti" di Massimiliano Roncatti, dal titolo "Silenzio", o i frammenti di montagne nelle "Macerie" di Giuliano Orlandi, e ancora, le "uova" geometriche forme contenitori di vita di Stefanie Oberneder o la "Teca" di Silvia Scaringella dove piccole figure di albastro sono spillate al fondo, come in una preziosa collezione di farfalle, creature preziose e forse uniche, rare poichè vicine all'estinzione, e altri insetti (api) vengono riproposti anche nelle opere "Sciami", create in alabastro e vetro. Si può trovare persino un provocatorio espositore per cosmesi con una terribile ricetta: marmettola e oli esausti. L'altra esposizione, sempre di Assemblea Permanente è quella di Angelo Fuffa, irriverente artista poliedrico che si innoltra e si scontra sul campo politico, sbeffeggiando il sindaco con rielaborazioni di fotografie, disegni, e quant'altro, di stampo facebookiano e digitale: troviamo allora "Je suis cararin" parafrasando il giornale Charlie Ebdo arrivato agli onori della cronaca per una sparatoria e divenuto così artefice di libertà di stampa e parola, "Non abbandoniamo la città" che strizzando occhio ad un gruppo facebook, gioca con la cartina dell' Italia, dove tutte le città hanno perso il nome e sono state rielaborate a nome Carrara. E poi nuovamente il problema cave che torna, con pareti saldate da grossi cerotti e la domanda che si pone "Quanta prognosi per loro?" per arrivare poi ad un fotomontaggio nel quale una statua dell'onnipresente primo cittadino cade tirata da una corda e viene subito alla mente la solita immagine con la statua di Saddam Hussein e ci accompagna in questo pensiero pure il titolo "Primavera carrarina".
E poi desing, parecchio desing, con lampade in marmo semitrasparenti che lasciano intravedere le venature dello stesso attraverso la luce, tavoli, sedute, persino un porta Tablet di AD Marmi con particolare rilevanza, dal mio punto di vista, della particolare ricerca fatta dalla straordinaria casa di creazione "Gum Design" di Gabriele Pardi e Laura Fiaschi che si lascerà gustare alla Scuola del Marmo il 3,4 e 5 luglio 2015 in via Tacca , ma che mi posso permettere di criticare poiché l'ho già potuta ammirare in questi anni: "Casa di Pietra" ove, la pietra ci ricorda subito la caverna, l'oscuro dell'ombra illuminato dal focolare domestico, nella quale il primo uomo comincia ad addobbare con i primi segni, le prime incisioni, mentre qui ci vengono suggeriti, tutti in mosaico, centrotavola, taglieri, contenitori, portamessaggi, svuotatasche, primitivi giocattoli, addirittura un focolare e dei fiaschi di vino, che si offrono allo spettatore in essenze minimali, ma che tengono in se una lunga ricerca e una grande creatività da parte dei progettatori.
Di particolare pregio e sicuramente da non perdersi la mostra "Oltre l'apparenza" di Nicola Domenici dove figure femminili in apparenza sexy ci aspettano e si mostrano poi senza braccia o con una scarpetta solo al piede, in una sorta di malinconia che cuce tutta l'esposizione, quasi come fossero omicidi, uccisioni e occultamenti in "una notte stellata" ove una figura in perizioma e vestitino colorato, cela nell'unica mano che ha, una pistola, in attesa di qualcosa, di sparare o di difendersi, con una posa classica.
E poi c'è il Blue Corner dove mi è successo per la prima volta di guardare per prima le illustrazioni poi pensare di comprare un libro: il libro è Il poeta dell'aria di Chicca Gagliardo che sarà presentato il 26 giugno presso Blue Corner di P.zza Alberica, le illustrazioni sono quelle di un gruppo di nove artisti che coglie il libro della Gagliardo e lo fa suo con il tema della leggerezza, del volo. E allora troviamo chi morde il foglio, chi oltrepassa le pagine con leggeri respiri, chi da voce alla leggerezza facendo frusciare le parole chi ci costruisce sopra una casa nido, chi usa carboncino per scrostare quasi le pareti delicate delle pagine, chi vi costruisce attorno uno sfondo di figure animalesche o chi sopra al libro vi posa farfalle leggiadre che contrastano la leggerezza della pagina: incredibilmente tutto ha un suo peso contrastante, pure le farfalle unite in un gruppo.
Marble Week, quest'anno ha più opere in marmo degli anni passati, come è giusto che sia e sopratutto di artisti locali, qualche opera fantastica, qualcuna discutibile, molta già vista, esposizioni che devono ancora iniziare, come quelle curate da Luciano Massari, tanto design, parecchie grandi aziende che utilizzano la manifestazione come vetrina, pochi pochissimi turisti stranieri, ma alla fine il marmo ci arriva in picchiata davanti agli occhi, naturalmente presso i poetici e storici studi Nicoli, in P.zza XXVII Aprile che con la più grande semplicità e naturalezza dispongono blocchi di medie dimensioni davanti allo storico studio, marmi di ogni tipo e bellezza, e qualche opera scultorea in mezzo e la scritta "Amore", marmi in attesa, a voler significare che questo marmo ha bisogno forse di essere lavorato e aspettando il big Michelangelo Pistoletto che creerà un opera dal titolo "Rebirt Stone".
Proporrei per questa visita un bicchiere di vino novello, forse una bottiglia intera, una qualità per antonomasia, un Beaujolais francese poichè anche se siamo all'ennesima edizione, la manifestazione pare ancora troppo giovane, ma ha anche tutto il tempo per invecchiare avendo grandiose potenzialità essendo inserita in una città carica come Carrara: invecchiare con piacere, in botti di rovere per dargli più piglio, più gusto, più armonia o piuttosto in botti di marmo se possibile e lasciando ancora più spazio alla moltitudine di artisti e laboratori del territorio: "Inizia Marble Week, addobbate voi" è quello che mi piacerebbe sentire, prima o p
Dal 18 Giugno, dalle 18.00 alle 24.00 fino a data da destinarsi
tutti i week end nel centro storico di Carrara
Uscendo fuori dal lunapark serale fatto da saltimbanchi e fritture miste in una città che fa già troppo per conto suo per imbruttire le proprie bellezze del centro storico, con cacche troppe, troppissime, impalcature gazebo ed edifici pronti al crollo, ho visitato questa grande manifestazione che ha il grande pregio di essere gratuita (segnalo tra l'altro i 10 euro spesi per Canova) e rimasta oramai la più grande organizzata, alla luce del sole, dopo il probabile annullamento della Biennale. L'esposizione è collocata in tutto il centro e propone opere scultoree e di desing, e ci ripropone ancora la famosa Cadillac in marmo, che se pur ben congeniata e gran pregio, è già stata vista e rivista. Fortunatamente questa sarà l'ultima occasione per esporla poichè è stata venduta ad un collezionista tedesco. Forse tutto il concetto della Marble Week e di Carrara stessa, è sintetizzato nel "Baule" di Francesco Siani, “abusivamente” collocato difronte al P.zzo Binelli, un semplice scrigno con un tesoro che, grazie ad un ricordo ancestrale dato dalla sorpresa di trovarlo colmo di monete d'oro piratesche, ci consiglia di curiosare, essendo semiaperto e fa cogliere dall'osservatore, il proprio interno, composto da polvere di marmo o magari una scultura sgretolata, senza più anima, senza più essenza, come la morte; oppure potrebbe contenere la polvere che si forma quando si procede con l'estrazione del blocco quindi l'inizio della vita: l'oro bianco ridotto in polvere, la polvere che ricopre i monti, che vola sulle strade, la polvere che rende bianchi i cavatori, la polvere alla quale torniamo, l'oro bianco che si propone di essere lavorato, ma non è possibile poichè ne rimane solo una granaglia.
Percorriamo poi le strade e troviamo il lucente e smaltato Tomaino che espone un "Volo” “Italo" e un "Cimbello", opere che ci ricordano i tempi in cui eravamo bambini, semplici nella loro originalità quasi disarmanti nella propria semplicità di esecuzione, quasi fossero semplici disegni elementari, scolareschi. Poi troviamo delle belle sigarettone, accese, in memoria di Paolo Armenise, dal titolo "Ricostruzione" ad opera di Emiliana Martinelli, che con questi grandi led, ci consiglia di guardare avanti, verso la luce, illuminazioni presenti della stessa autrice in altri luoghi della città.
Boutros Romhein ci insegue lungo il cammino, con le sue enormi statue che ci rievocano lontananze, viaggi con l'immaginazione leggendo "Eco", "Incanto", "Il Viaggiatore", "La memoria"... e poi coccodrilli ed ippopotami, nuovamente in P.zza d'Armi, come ogni anno, per il piacere dei piccoli, e il rilassamento di genitori annoiati che fumano sigarette o anziani che accompagnano il cane ai propri bisogni, al fresco di Piazza d'Armi e allora Salvetti Andrea mi corre in soccorso dalla calura afosa estiva, con una comoda e divertente seduta, sotto le piante, davanti ad una fontanella, con un freddo acciaio inox dal nome "Microcip (aviospecie). Poi c'è qualche statua di Michele Monfroni, "Woman" e "Amateurs" che ha anche una sua mostra in P.zza Alberica, assieme a Daniele Brochetelli, opere dalle morbide curve come l'acqua del fiume sottostante, che scorre e ci culla entrati dentro le due stanze a far da sottofondo musicale straordinario a queste opere in marmo dei due artisti, circondati inoltre da dipinti che contrastano con tinte cupe.
Il Paretra ci regala sempre sorprese ed è il luogo che più mi attrae visto il suo decadimento spolverato per l'occasione, e si svela quest'anno come fosse una casa, con cucina, interamente creata dal legno dei cassoni di imballaggio, forse di marmo, divani sedie, studio... e tutto si mischia in un ambiente semiabbandonato e carico di opere pittoriche scultoree, un enorme insetto all'entrata e persino due biciclette "Guerra e pace" opera di Pinguino. I decori della "casa" sono composti da fiori giganti (mamanonmama), un inquietante busto tagliato a metà ad opera di Sara Bonucelli, che si identifica con un "Appesa". Una serie di fogli, strappi di libri, di quaderni, appalottolamenti che escono dalla finestra fuggono via con un invito ad osare di Silvana Pianadei che ci informa che "La paura è fatta di niente". Il piano superiore è occupato da due artiste, Carolina Barbieri che elabora opere da una delicatezza unica, tinte appena accennate, elaborazioni poco percettibili di foglie, figure e particolari in fotografia e ci fa apparire una serie di probabili lastre di crani, come il più delicato dei piaceri (esporrà anche il 26 Giugno a Exibibit Ante alla casa del Capo presso la segheria Telara in via Carriona, esposizione curata da Andrea Zanetti che nel campo è una garanzia, ed ha messo a disposizione di 11 artisti 11 veri vecchi armadi elaborati poi con ricordi e sensazioni in un insieme unico, che non mancherò di visitare), e l'insieme “Dettagli Cromatici” di Laura Frediani dove ci vengono mostrati per l'appunto dettagli di cose che, pur essendo sempre sotto gli occhi di tutti non vengono notate nelle diverse sfumature di colore. Presenti inoltre illuminazioni di pregio di Martinelli, Studio Natural, Gae Aulenti, Michel Bouquillon e una bellissima opera della controversa Donia Maaoui "Touch the sky" una figura contorsionista, dai contorni filiformi, quasi fosse una lancia pronta a partire, una donna pronta a guardare verso l'altro, verso nuovi orizzonti e trovare forse la propria libertà, dall'oppressione e dalla sottomissione che ha volte la costringe, verso il cielo (che qui è composto da un soffitto!) e mi rievoca forse qualche scultura africane: una brava artista che nella passata edizione desto scandalo a causa di un opera innocua e definirei poco scandalosa, che poi è stata costretta a coprire, presso la Chiesa delle Lacrime, solo poichè stava collocata sotto al crocifisso e rivelava la propria nudità: la copertura della stessa gli ha donato più carattere, più mistero e forse l'artista ne è rimasta piacevolmente cullata: una scultura femmininea che chiede l'opportunità di emergere e che viene coperta nella sua libertà di espressione dal bigottismo religioso e dalla negazione di vedere oltre.
Poi un straordinario "Dedalus's Brain" dentro al palco della musica che rinchiude un labirinto del cervello, un cervello con voglia di esprimersi, di pensare, viaggiare e con ali enormi si eleva sopra un cumulo di macerie di marmo a firma di Benny Posca.
E macerie di marmo sono il filo conduttore che lega le due esposizioni, estranee alla manifestazione tanto da non essere nemmeno riportate nel volantino, che mi hanno piacevolmente colpito, a cura dell'Assemblea Permanente, la prima è in p.zza Alberica, dove un gruppo di scultori si interroga sul rapporto croce e delizia che la città ha con il marmo e così, nelle stanzette, possiamo trovare una ghigliottina a grandezza naturale crata con scarti inutilizzabili poichè "brutti" di Massimiliano Roncatti, dal titolo "Silenzio", o i frammenti di montagne nelle "Macerie" di Giuliano Orlandi, e ancora, le "uova" geometriche forme contenitori di vita di Stefanie Oberneder o la "Teca" di Silvia Scaringella dove piccole figure di albastro sono spillate al fondo, come in una preziosa collezione di farfalle, creature preziose e forse uniche, rare poichè vicine all'estinzione, e altri insetti (api) vengono riproposti anche nelle opere "Sciami", create in alabastro e vetro. Si può trovare persino un provocatorio espositore per cosmesi con una terribile ricetta: marmettola e oli esausti. L'altra esposizione, sempre di Assemblea Permanente è quella di Angelo Fuffa, irriverente artista poliedrico che si innoltra e si scontra sul campo politico, sbeffeggiando il sindaco con rielaborazioni di fotografie, disegni, e quant'altro, di stampo facebookiano e digitale: troviamo allora "Je suis cararin" parafrasando il giornale Charlie Ebdo arrivato agli onori della cronaca per una sparatoria e divenuto così artefice di libertà di stampa e parola, "Non abbandoniamo la città" che strizzando occhio ad un gruppo facebook, gioca con la cartina dell' Italia, dove tutte le città hanno perso il nome e sono state rielaborate a nome Carrara. E poi nuovamente il problema cave che torna, con pareti saldate da grossi cerotti e la domanda che si pone "Quanta prognosi per loro?" per arrivare poi ad un fotomontaggio nel quale una statua dell'onnipresente primo cittadino cade tirata da una corda e viene subito alla mente la solita immagine con la statua di Saddam Hussein e ci accompagna in questo pensiero pure il titolo "Primavera carrarina".
E poi desing, parecchio desing, con lampade in marmo semitrasparenti che lasciano intravedere le venature dello stesso attraverso la luce, tavoli, sedute, persino un porta Tablet di AD Marmi con particolare rilevanza, dal mio punto di vista, della particolare ricerca fatta dalla straordinaria casa di creazione "Gum Design" di Gabriele Pardi e Laura Fiaschi che si lascerà gustare alla Scuola del Marmo il 3,4 e 5 luglio 2015 in via Tacca , ma che mi posso permettere di criticare poiché l'ho già potuta ammirare in questi anni: "Casa di Pietra" ove, la pietra ci ricorda subito la caverna, l'oscuro dell'ombra illuminato dal focolare domestico, nella quale il primo uomo comincia ad addobbare con i primi segni, le prime incisioni, mentre qui ci vengono suggeriti, tutti in mosaico, centrotavola, taglieri, contenitori, portamessaggi, svuotatasche, primitivi giocattoli, addirittura un focolare e dei fiaschi di vino, che si offrono allo spettatore in essenze minimali, ma che tengono in se una lunga ricerca e una grande creatività da parte dei progettatori.
Di particolare pregio e sicuramente da non perdersi la mostra "Oltre l'apparenza" di Nicola Domenici dove figure femminili in apparenza sexy ci aspettano e si mostrano poi senza braccia o con una scarpetta solo al piede, in una sorta di malinconia che cuce tutta l'esposizione, quasi come fossero omicidi, uccisioni e occultamenti in "una notte stellata" ove una figura in perizioma e vestitino colorato, cela nell'unica mano che ha, una pistola, in attesa di qualcosa, di sparare o di difendersi, con una posa classica.
E poi c'è il Blue Corner dove mi è successo per la prima volta di guardare per prima le illustrazioni poi pensare di comprare un libro: il libro è Il poeta dell'aria di Chicca Gagliardo che sarà presentato il 26 giugno presso Blue Corner di P.zza Alberica, le illustrazioni sono quelle di un gruppo di nove artisti che coglie il libro della Gagliardo e lo fa suo con il tema della leggerezza, del volo. E allora troviamo chi morde il foglio, chi oltrepassa le pagine con leggeri respiri, chi da voce alla leggerezza facendo frusciare le parole chi ci costruisce sopra una casa nido, chi usa carboncino per scrostare quasi le pareti delicate delle pagine, chi vi costruisce attorno uno sfondo di figure animalesche o chi sopra al libro vi posa farfalle leggiadre che contrastano la leggerezza della pagina: incredibilmente tutto ha un suo peso contrastante, pure le farfalle unite in un gruppo.
Marble Week, quest'anno ha più opere in marmo degli anni passati, come è giusto che sia e sopratutto di artisti locali, qualche opera fantastica, qualcuna discutibile, molta già vista, esposizioni che devono ancora iniziare, come quelle curate da Luciano Massari, tanto design, parecchie grandi aziende che utilizzano la manifestazione come vetrina, pochi pochissimi turisti stranieri, ma alla fine il marmo ci arriva in picchiata davanti agli occhi, naturalmente presso i poetici e storici studi Nicoli, in P.zza XXVII Aprile che con la più grande semplicità e naturalezza dispongono blocchi di medie dimensioni davanti allo storico studio, marmi di ogni tipo e bellezza, e qualche opera scultorea in mezzo e la scritta "Amore", marmi in attesa, a voler significare che questo marmo ha bisogno forse di essere lavorato e aspettando il big Michelangelo Pistoletto che creerà un opera dal titolo "Rebirt Stone".
Proporrei per questa visita un bicchiere di vino novello, forse una bottiglia intera, una qualità per antonomasia, un Beaujolais francese poichè anche se siamo all'ennesima edizione, la manifestazione pare ancora troppo giovane, ma ha anche tutto il tempo per invecchiare avendo grandiose potenzialità essendo inserita in una città carica come Carrara: invecchiare con piacere, in botti di rovere per dargli più piglio, più gusto, più armonia o piuttosto in botti di marmo se possibile e lasciando ancora più spazio alla moltitudine di artisti e laboratori del territorio: "Inizia Marble Week, addobbate voi" è quello che mi piacerebbe sentire, prima o p
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