giovedì 23 gennaio 2014

bistecca alla fiorentina

Ingredienti per 3 persone:
- 1 bistecca da 800 gr-1 kg.
- sale
- pepe
Preparazione:
Innanzitutto procuratevi un bella bistecca tagliata nella lombata di vitellone (meglio se la chianina!!), alta 2-3 dita  e con l’osso (come in foto) con la classica forma a “T”… con il filetto da una parte e il controfiletto dall’altra !
Fate scaldare la resistenza elettrica oppure preparate la brace in modo che sia viva ma senza fiamma.. quindi posizionate la bistecca “nature”  e a temperatura ambiente sulla griglia senza toccarla… fatela cuocere per 5-6m inuti al massimo per lato fino a che sarà ben colorita!
Sale e pepate ciascun lato della bistecca appena è cotto quindi portate in tavola con un Buon Chianti e buon appetito! Di contorno? La classica insalata, oppure patate o anche fagioli lessi conditi con un filo di olio buono!
Non vi resta che litigare, come in ogni famiglia che si rispetti, per accaparrarsi il filetto e l’osso (che io adoro pulire), a seconda de gusti! Come vedete, non ho fatto foto della parte interna della bistecca… mangiarla fredda sarebbe stato un reato!!! Vi ricordo però che la vera bistecca alla fiorentina è quasi cruda dentro… morbidissima, rossa e al sangue!!
Buon appetito!

domenica 19 gennaio 2014

mi dispiace...

...che La signora Franca Giuntoni si sia arresa  .Non servono altri commenti,dimentichiamoci di lei ed proseguimo l'opera di risanamento .

concordo con monello dispettoso...

...rimanendo a carrara ..
  chiaro

sabato 18 gennaio 2014

di cristina carusi da f.b.

Cristina Carusi

CARRARA ADDIO: CITTA' INGRATA, CODARDA E SERVILE CHE ANNASPA TRA DESERTIFICAZIONE COMMERCIALE E SCHIFEZZA MORALE. E IN FUTURO PRIMA DI PROFUMARVI, FATEVI LA DOCCIA O CIALTRONI DI POTERE ! ... COSI' PARLO' ZARATHUSTRA? .. NO; COSI' PARLA FRANCA GIUNTONI, TITOLARE DEL NEGOZIO "LA ZIA" DI PIAZZA ALBERICA:

"Mi allontano da questa città perché i miei sensi rispondono ancora. A restare qui ci ho provato e riprovato. Carrara emana anche cattivo odore: tanfo di muffa, di urina e di vecchio. Non sprigiona certo aroma di Storia !
Carrara non ride e non sorride; ma ... neppure urla. Carrara si lamenta, come l'agonia di chi si spegne. Il sapore di Carrara è amaro: ASPRO!
Di quel tipo di amarezza che coglie quanti si ricordano di una ridente e ricca cittadina. Carrara non ti abbraccia; ti si pone di fronte con le braccia conserte, e ti respinge con le mille difficoltà che ti sbatte addosso. Ma può esservi una ricetta magica: essa si chiama UMILTA'. Si umiltà, che occorrerebbe a chi ci amministra; ed anche di una buona dose di coraggio. "Dovete uscire dal Palazzo! Magari con tenuta informale: vecchie scarpe comode e capelli arruffati ... più umanità mostrando, insomma.
Ed osservare, scrutare, scandagliare, ascoltare, annusare l'aria di una città che riscatto domanda. ASCOLTARE IL POPOLO, LA GENTE DI CARRARA ... Quello che hanno da dirvi i Vostri cittadini, i commercianti, gli artigiani. GUARDATEVI INTORNO. Abbiate la umiltà di constatare che altre città sono migliori. COPIATE, se non siete in grado di creare. Chiedete aiuto a chi la città la vive. Prendete spunto, accettate buoni consigli ...
Io continuerò a creare le mie cose, che saranno in mostra nelle vetrine di altre città. Ma questo mi dispiace, perchè Carrara sarebbe anche la mia Città. Sempre pronta a tornarvi, allorquando la Mia - la Nostra Carrara ritorni ad essere profumata. Anche se prima del profumo si dovrebbe pulire" ..
Franca Giuntoni
.
buon viagio  e buona fortuna . Io resto per non lasciare la città a morire da sola ed in mano a chi non può o non vuole andarsene .Tra chi rimane c'è molta gente che tenta di battersi per migliorare la situazione . senza clamore ed senza appoggi politici ed economici.

domenica 12 gennaio 2014

da millequadri.it

Manet, Édouard- “Le Déjeuner sur l’herbe” – “La colazione sull’erba” (1862-1863)

Edouard Manet, “La colazione sull’erba” (1862-1863)
Olio su tela – cm 208 × 264  - Musée d’Orsay, Parigi 
Edouard Manet "La colazione sull'erba" (1862-1863)
Edouard Manet “La colazione sull’erba” (1862-1863)
“La colazione sull’erba” è una delle opere più conosciute di Manet e dell’intero XIX secolo ma il successo arrivò molto tardi. Il dipinto di grandi dimensioni venne presentato da Manet al Salon del 1863 ma venne rifiutato. E’ importante sottolineare come Manet, a differenza del nucleo fondatore degli impressionisti, volesse affermare la propria arte attraverso il più tradizionale degli appuntamenti, quel Salon appunto, che lo bocciò amaramente.
Nel 1863 venne però organizzato da Napoleone III il Salone dei rifiutati proprio per accogliere le opere respinte dagli accademici e “Colazione sull’erba” rientrò in questa esposizione. Ma le critiche furono ugualmente molto pesanti; perché? Cosa aveva di così insolito questo dipinto per attirare tanta avversione da parte della critica e del pubblico borghese che era il destinatario principale delle opere?
Per comprenderlo è interessante fare riferimento al vincitore di quell’edizione del Salon. Si tratta di Cabanel, un pittore accademico tra i più in vista che vinse con “La nascita di Venere”. Cabanel rientra in quel gruppo di pittori conosciuti come pompiers  , artisti di solida preparazione tradizionale che, avulsi dai fermenti e dalle innovazioni, proseguivano, chiusi in una torre d’avorio, il loro percorso che si rifaceva ai temi classici della pittura come la ritrattistica e le opere di carattere mitologico. La Venere di Cabanel colpisce per la bellezza del nudo che è un nudo idealizzato, di una dea. Ecco l’elemento chiave dello scandalo in Manet. La donna che insieme a due uomini vestiti in mezzo ad un bosco sta facendo colazione si presenta non come un nudo idealizzato; si tratta piuttosto di una donna comune, spogliata.
Sul piano compositivo ci sono tre piani dell’opera. Le tre grandi figure naturalmente; poi in primo piano in basso sulla sinistra una grande e bellissima natura morta che rappresenta la colazione; infine un fondale in qualche modo slegato e disomogeneo con il resto del dipinto dove si intravede una donna che si trova immersa con le gambe in un corso d’acqua. Quello che stonava alla vista della critica del tempo era l’incongruenza tra elementi antichi (Manet era un grande conoscitore dei temi della pittura rinascimentale) e moderni. La prospettiva improbabile, le zone di fondale simili ad un non finito, gli accostamenti cromatici oltre naturalmente all’azzardo di porre una donna spogliata con due uomini in  un bosco erano tutti aspetti che non potevano essere compresi e che invece hanno fatto di questo quadro un’opera chiave della storia e dell’evoluzione della pittura.(Sig)

sabato 4 gennaio 2014

ultimo minuto

dopo il 6-01-2014 (epifania) si ricoomincia la normale vita di sofferenza ,incazzature e via dicendo(tasse.....) Ci saRANNO POCHE GIOIE DA GODERSI ,SPERO CHE SIANO ottime e bellissime ,