Denunciare gli animalisti per maltrattamento animali? Non ha prezzo
Per
anni una delle mansioni da gavetta di noi ricercatori non ancora
laureati era quella di scendere in stabulario, trasferire i ratti dalle
gabbie sporche a quelle pulite. Riempire le nuove appena sterilizzate di
truccioli, dare nuovo cibo e acqua. Separare i maschi dalle femmine,
selezionarli per l’accoppiamento, separare i maschi troppo violenti ecc.
Insomma dovevamo fare tutto il possibile per rendere la vita di questi
animali meno stressante possibile. Igiene e sovraffollamento erano le
preoccupazioni principali. E facevamo questo perfino durante le vacanze
di Natale o di Pasqua.
Mi ricordo come se fosse oggi quanto
invece i topi puzzassero. I ratti se tenuti in buone condizioni
igieniche (come lo sono nei laboratori) non puzzano per niente. Ma i
topi: non importa che gli cambiate la gabbia ogni giorno, sterilizziate
tutto e cambiate cibo, acqua e i truccioli, basta che facciano una sola
pipì e l’intera stanza puzzerà.
Ed è proprio quello che hanno scoperto a loro spese gli animalisti che hanno “liberato” i topi da un laboratorio di Milano. Vi ricordate?
A quanto pare gli animalisti trattano i topi peggio che in laboratorio, molto peggio.
Decine dentro scatoloni e gabbiette improvvisate, nessuna pulizia delle
gabbie e ricambio dei truccioli, nessun controllo della temperatura,
risse continue tra maschi, maschi e femmine mischiati tanto che stanno
già proliferando come… topi. Le immagini che potete vedere qua
sarebbero bastate alle autorità per far chiudere qualsiasi laboratorio
di ricerca per maltrattamento degli animali. I ricercatori sarebbero
stati denunciati e la loro carriera finita.
Dicevo, pare che l’abbiano imparato a
loro spese e ora ne stiano pagando le conseguenze ma dentro a casa loro.
Mi immagino gli odori in estate in una casa di Milano, gli animali
sovraffollati che boccheggiano per l’aria, arriveranno poi le malattie
non solo per il sovraffollamento e la totale mancanza di igiene ma
soprattutto per le ferite che i maschi si infieriscono in spazi così
angusti. Non siete mai stati morsi da un ratto o da un topo? Ah, vi
siete persi certe lame affilate! Pensate nella carne di un altro ratto o
topo magari con la ferita esposta nelle sue feci mai state pulite dalla
gabbia, temperatura intorno ai 30 gradi e puff il gioco è fatto:
infezione, pus, febbre, dolore. Se non te ne accorgi in tempo sono guai.
Ti ritrovi un cadavere nella colonia dentro una scatola sovraffollata e
chissà cosa ne viene fuori. Si riscontrano anche casi di cannibalismo
che vi credete. A quel punto cosa fa l’animalista? Antibiotici non è
possibile perché sono stati testati su altri animali. Abbatterlo perché
sta soffrendo? Giammai!
Chissà che alla fine gli animalisti non
si scarichino da internet il manuale del buon stabularista e seguano le
stesse procedure dei laboratori di ricerca. Altrimenti li si potrebbe
denunciare per maltrattamento degli animali? O fa troppo ridere?
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