martedì 30 luglio 2013

comodità e refrigerio nella natura

Beautiful Nature And Amazing World
13 luglio
Beautiful Nature And Amazing World

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la piccolastamberga di un amico

Beautiful Nature And Amazing World

Dragon Castle, Schloss Drachenburg, Germany

foto di un paese misterioso

Italy

un modo di sentire l'appartenenza amorosa

Pensieri di una schiava qualunque, il ritorno
Questi non son rapporti tradizionali
in cui ci si può permettere di essere distratti
o di rimandare le risposte,
son rapporti unici nel loro genere
in cui Se Io domando ...
tu rispondi e pure accuratamente ...
in cui se Io ordino tu esegui ...
Non è x superiorità a prescindere
è perchè sei sottomessa
e non perchè te l’ho chiesto
ma perchè l’hai scelto ..
E’ anche questo che rende il rapporto speciale
perchè è ...

… Appartenenza ...

cit.

lunedì 29 luglio 2013

surf

1,000,000 Pictures
Massive Rogue Wave, Brazil

segreto svelato

Libero
Un giorno un ragazzo chiese al vecchio saggio del paese...
quale fosse la cosa più forte.
Il saggio dopo qualche minuto gli rispose:
Le cose più forti al mondo sono nove:
"Il ferro è più forte, ma il fuoco lo fonde.
Il fuoco è forte, ma l'acqua lo spegne.
L'acqua è forte ma nelle nuvole evapora.
Le nuvole sono forti ma il vento le disperde.
Il vento è pure esso forte ma la montagna lo ferma.
La montagna è forte, ma l'uomo la conquista.
L'uomo è forte ma purtroppo la morte lo vince".
"Allora è la morte la più forte!"
- lo interruppe il ragazzo -
"No" - continuò il vecchio saggio -
"L'AMORE ... sopravvive alla morte!"

mizzica che sbornia

1,000,000 Pictures
Happy Orchid

sogni d'alta quota

1,000,000 Picture
Machu Picchu, Peru

danze marine


The Bests of Nature Photograph
Roman Shmakov - Ugró bálna

http://shmakov.35photo.ru/photo_555634/

da angie berne

anch'io .......UN GIORNO CRESCEROOOOOO! ...
Foto: ..UN GIORNO CRESCEROOOOOO! ... <3

foresta nera -germania

Black Forest Waterfall Triberg, Germany

venerdì 26 luglio 2013

da luca morescalchi-cos'è la ricerca



Cos’è la ricerca, davvero

di Massimo Sandal

Un italiano di 29 anni a Cambridge annuncia la sua intenzione di arrendersi alle frustrazioni della vita del ricercatore, e scatena un gran dibattito in rete


Massimo Sandal, 29 anni, laureato in biotecnologie industriali all’Università di Bologna e attualmente ricercatore a Cambridge in Inghilterra – si era parlato del suo lavoro sul morbo di Parkinson tre anni fa – ha scritto dieci giorni fa sul suo blog un lungo post in inglese sulle frustrazioni del lavoro nella ricerca scientifica. Si concludeva con un’annunciata intenzione di “riprendersi la vita” e ha avuto nei giorni seguenti una notevolissima circolazione e discussione in rete (Sandal è tornato sull’inattesa dimensione del dibattito qualche giorno dopo). Il Post gli ha chiesto di spiegare ai profani quali siano le ragioni di tanta sensibilità ai temi della vita dei ricercatori.
Molti guardano la ricerca scientifica dall’esterno, come fosse una torre d’avorio in cui personaggi dal cranio rigonfio di materia grigia discutono con apollinea serenità i misteri dell’universo. Chi vede la cosa da fuori cosa vede? Quando va bene, professori sorridenti che spiegano la nuova (possibile) cura per il cancro, che commentano le ultime foto di Hubble o il riscaldamento globale. L’impressione che danno i media è quella di un mondo di mattacchioni che discutono serenamente di bosoni, scioglimento dei ghiacci e DNA, senza nessun’altra preoccupazione al mondo.
Sono fesserie. Chi fa ricerca giorno dopo giorno non sono i professori (che hanno un ruolo fondamentale, per carità: ma più di guida, networking e fundraising che altro). Sono i giovani: i dottorandi e i cosiddetti “postdoc” (ricercatori post-dottorali, che hanno un titolo di dottorato ma che non lavorano ancora indipendentemente). Costoro, benché anonimi, sono quelli che fanno tutto il lavoro vero e proprio e sono alla base di una piramide, e questo di per sé sarebbe normale (le gerarchie sono ovunque, di operai ce ne sono tanti e di Marchionne uno solo). Il problema è che si tratta di una piramide su cui non puoi mai fermarti: devi scalarla o perire.
Mi spiego meglio. Se io entro in FIAT per fare l’operaio o l’impiegato, è probabile che io possa rimanere in eterno a fare l’operaio o l’impiegato. Nessuno (che io sappia: potrei sbagliarmi) mi obbliga a fare carriera per diventare dirigente. Nella scienza invece tu non puoi rimanere a fare il ricercatore ad libitum.
La carriera funziona così. Quando uno inizia il dottorato, neolaureato, inizia a fare ricerca vera e propria. Fa esperimenti, calcoli, ipotesi, teorie eccetera: tutto quello che ci si aspetta faccia uno scienziato, magari sotto l’occhio vigile di un dottorando più vecchio o di un postdoc.
Alla fine se tutto va bene il nostro dottorando, dopo tre-quattro anni (o anche più fuori dall’Italia) vissuti chiuso in un laboratorio, rinunciando alle serate e ai weekend, grottescamente malpagato, senza la minima rappresentanza professionale a difendere i suoi inesistenti diritti, avrà realizzato un paio di lavori scientificamente dignitosi, e li avrà pubblicati su una rivista scientifica “peer reviewed”.
Se il suo capo non è un totale figlio di buona donna, avrà avuto riconosciuto il suo lavoro con il primo nome nella lista degli autori: una finezza che significa tutto (avere articoli come primo autore è conditio sine qua non per qualsiasi progresso di carriera; uscire dal dottorato senza un “first-author paper” significa una quasi certa condanna a morte accademica. Avere il primo nome significa che il lavoro “è tuo”, gli altri nomi sono collaboratori secondari o supervisori. E no, non esiste nessun meccanismo di controllo: tutto sta alla correttezza del proprio supervisore. Se il tuo supervisore vuole far andare avanti qualcun altro e non te, il primo nome te lo puoi scordare, anche se hai fatto tutto il lavoro da solo. Non capita spessissimo, ma capita).
A questo punto il dottorando, ora dottorato, dovrà fare la via crucis del postdottorato. Ovvero, lavorare per vari anni in 2, 3, 4 laboratori, 2-3 anni alla volta, finché non si sia fatto un curriculum abbastanza robusto per il passo successivo. Ma mentre durante il dottorato viene pagato in qualche modo dall’università, dopo il dottorato è spesso necessario (anche se non sempre: ma nei posti più prestigiosi è pratica comune) reperirsi da soli i fondi per pagare il proprio stipendio.
La competizione per tali fondi è spietata, e diventa sempre più spietata man mano che si prosegue. Il motivo è semplice: le agenzie che danno i fondi (in generale si tratta di agenzie internazionali o nazionali di natura governativa, oppure di fondi privati o derivati da donazioni, come Telethon in Italia, o il Wellcome Trust in Inghilterra) di norma non finanziano più del 20% delle application che ricevono, e spesso ne finanziano intorno al 5%. Inoltre fare tali application comporta un’enorme perdita di tempo: non si tratta semplicemente di inviare un curriculum e una lettera, ma di scrivere papiri di 10-40 pagine in cui devi convincere un panel di revisori su ogni aspetto della tua ricerca, in cui devi limare ogni parola perché il tuo progetto sia realistico, brillante, convincente. Insomma, devi fare marketing: ma invece che con uno slogan lo devi fare con dozzine di pagine di pubblicità. Aggiungete che, per avere delle speranze, devi fare domanda a numerose agenzie alla volta, e capite che circa il 40% del tempo di molti ricercatori è speso soltanto a fare domande di fondi. Ovviamente le possibilità di avere fondi dipendono essenzialmente dal proprio curriculum, ovvero dalle pubblicazioni (specie come primo autore).
Tali fondi, qualora vinti, sono a termine (quasi mai durano più di tre anni, spesso due) e quindi praticamente ogni anno uno fa nuove domande per garantirsi i prossimi due anni di stipendio. Ed ecco che qui arriva il nodo: tutte le agenzie di fondi che danno soldi per postdoc pongono dei limiti di età o di esperienza. In pratica, raggiunti i 35 anni avere una borsa per postdoc inizia a diventare impossibile. C’è solo un’alternativa: sperare di trovare una posizione come ricercatore indipendente, diventare in altre parole un giovane “group leader” e iniziare a coordinare il lavoro altrui.
La competizione a questo punto diventa spaventosa. A essere ottimisti, il 10% dei postdoc può sperare di raggiungere una “tenure track” (ovvero quel percorso in cui sei un group leader “in prova”, per un periodo di solito sui 5 anni). Fermiamoci un attimo e ricapitoliamo cosa significa quanto detto:
1) La grande maggioranza degli esperimenti scientifici nel mondo è fatta da gente sotto i 35 anni, grottescamente sottopagata (specie in Italia, ma non solo) e priva di qualsiasi riconoscimento di tipo “sindacale”. Nel caso della ricerca i giovani non sono il futuro: sono il presente. La ricerca scientifica mondiale è letteralmente in mano (provette, computer e strumenti) a migliaia di ragazzi che rinunciano a vita, stipendio e carriere lucrose (se un giovane biologo brillante fresco di laurea o dottorato va all’estero e prova a lavorare nell’industria, le chance di trovarsi all’estero a fare il ricercatore nel privato sono piuttosto alte, e il trattamento economico e sociale decisamente più alto) per una passione, senza ricevere quasi nulla in cambio.
2) La ricerca scientifica funziona come un’azienda che sostituisse tutto il suo dipartimento ricerca e sviluppo ogni dieci anni. Non so se questo sia normale, ma mi colpisce sempre: è come se uno buttasse via tutti gli ingegneri in una azienda tecnologica e ne riassumesse di nuovi, neolaureati, ogni 10 anni, a parte i pochissimi che diventano dirigenti.
3) La competizione a livello postdottorale fa sì che, specie nelle istituzioni più prestigiose, si creino facilmente situazioni estremamente tossiche. Scordatevi una platonica torre d’avorio. Significa che la gente sabota regolarmente il lavoro altrui, fa di tutto per accaparrarsi il credito di lavoro a cui ha partecipato poco o nulla, e altro che condivisione delle conoscenze: ognuno tiene i propri progetti praticamente secretati nel terrore che gli vengano rubati dalla concorrenza. Aggiungete il fatto noto che questo conduce sempre piú ricercatori (una piccola minoranza, per fortuna, ma in crescita) a darsi alla frode scientifica pur di sopravvivere: si parte da casi in cui semplicemente si riducono i controlli, o si scopiazzano articoli da una parte all’altra, a storie eclatanti in cui si inventano dati di sana pianta per garantirsi il
successo.
Nota generale: “competitivo” non significa necessariamente “meritocratico”. Spesso le due parole vengono considerate sinonimi. La cosa andrebbe tenuta bene in mente da chi chiede più “competitivita`” nella ricerca italiana. La ricerca italiana dev’essere più meritocratica, non più competitiva. Si compete già, in Italia, solo che non si fa in base al merito.
4) Intorno ai 30-35 anni abbiamo numerose persone con un curriculum buono o anche brillante che hanno fatto scienza tutta la vita e si trovano improvvisamente in mezzo alla strada, “overqualificati” per moltissimi lavori, e viceversa non qualificati per molti altri. Ci sono aziende che hanno come politica esplicita quella di non assumere persone con un dottorato o un postdoc perché ormai troppo slegati dalla “realtà”. Queste persone sono intorno al 70-90% di quelle che hanno iniziato una carriera accademica.
5) Il fatto che tutto giri intorno alle pubblicazioni e alle esigenze delle agenzie di funding, aggiunto al fatto che la ricerca scientifica è sempre una scommessa, fa sì che attualmente la ricerca scientifica sia in una spirale che la rende sempre meno coraggiosa, sempre più applicata e sempre più dipendente dalle politiche delle agenzie. In campio biologico è pressoché impossibile avere fondi se non si hanno chiare e immediate ricadute mediche o industriali della propria ricerca. Charles Darwin oggi non riceverebbe un soldo da un’agenzia di funding. Inoltre, tutti i postdoc tendono a cercare progetti più “sicuri”, a scavarsi piccole nicchie in cui sono certi di ottenere qualcosa, anche di piccolo, invece di tentare di imparare tecniche e discipline nuove, o di dedicarsi a esperimenti più coraggiosi, perché questo è quasi sempre solo un modo per suicidare la propria carriera.
Torniamo al nostro ex-dottorando ed ex-postdoc. Mettiamo che sia stato molto bravo, che abbia sgomitato il dovuto e che abbia vinto una tenure track. Questo cosa gli da? Cinque anni in cui avrà raggiunto l’indipendenza accademica, gestirà un progetto “suo” (purché piaccia a chi gli da i soldi) e in cui magari ha un paio di dottorandi a lavorare per lui. Bellissimo. Peccato che gli serviranno ancora soldi per pagare il laboratorio, la strumentazione, eccetera, e quindi dovrà fare ancora altre domande ad altre agenzie. Lo stesso ciclo di prima, eterno, solo peggiorato: ora la grande maggioranza del suo tempo sarà spesa a fare marketing della ricerca (che il ricercatore guida ma che fanno i suoi dottorandi) e sempre meno alla scienza vera e propria. Inoltre l’università gli fa pressione, perché a questo punto i grant che ottiene servono anche a finanziare il dipartimento stesso, non solo lui. E anche qui, non vincono tutti: una buona metà se ne torna a casa dopo cinque anni. A questo punto il ricercatore ha 40 anni, ha fatto ricerca tutta la vita (anche se negli ultimi 5 ha fatto più che altro fundraising), e maledettamente sovraqualificato e maledettamente troppo vecchio per trovare facilmente lavoro.
Si è mangiato la vita: non ha mai avuto un weekend libero, non si è mai liberato dal suo lavoro (la ricerca è un lavoro che divora, da cui non stacchi mai, a livello mentale), ha subito probabilmente mobbing e scorrettezze da numerosi colleghi, ha forse rinunciato o quantomeno messo in secondo piano famiglia e figli, non ha mai avuto una stabilità economica o geografica (molti ricercatori cambiano Stato 2, 3, 4 volte nella vita, spesso anche di più), ha dovuto conquistare tutto palmo a palmo, per cosa? Per ritrovarsi a 30, 35, 40 anni con in mano un pugno di mosche e qualche oscura pubblicazione, quasi certamente persa in un mare magnum di mille altre.
La torre d’avorio dell’accademia è solo la parte che si vede. Sotto terra, sotto la torre, brulica un sottosuolo di giovani brillanti, fortissimi lavoratori e tenaci sognatori ma il cui futuro è una lotteria, una mera illusione. Ovviamente chi vive nella torre d’avorio (cioè chi ha raggiunto finalmente un posto stabile come professore universitario) ha tutto l’interesse a mantenere lo status quo, o anzi ad aumentare a dismisura il numero di dottorandi e postdottorati: manovalanza a carico dell’università o delle agenzie esterne di funding; cervelli e mani che fanno tutto il reale lavoro di ricerca, e che è sempre sostituibile, pronta a essere buttata via e rimpiazzata nel giro di pochi anni.
Quello che ho raccontato nasce naturalmente dalla mia esperienza; ci sono ovviamente eccezioni e c’è ovviamente il dritto della medaglia. C’è lo stimolo psicologico, ovvero il fatto che spesso chi fa ricerca ha sempre sognato di farla e la cui personalità è in qualche modo dipendente/definita da questa realizzazione professionale. Significa da una parte che spesso è un mestiere a livello psicologico totalizzante, in cui si entra per vocazione spesso fin dall’infanzia, per spirito di conoscenza – e che quindi finisce per definire la tua persona; trovarsi di fronte alle dighe poste sul cammino della ricerca è spesso enormemente frustrante e infine, quando ci si trova costretti a cambiare cammino, la sensazione di aver fallito nella propria vita è ben più profonda di quanto normalmente sia per un altro tipo di carriera. Ma fare scienza è anche  suo modo un mestiere meraviglioso, in cui sai di portare avanti, nel tuo piccolo, la gigantesca impresa dell’umanità di comprendere il mondo in cui vive e, alla fine, te stesso. La libertà intellettuale può essere  inebriante. Forse troppo inebriante: forse gli scienziati riflettono troppo sui loro progetti e troppo poco sul sistema che li mantiene, li porta avanti per qualche anno e alla fine in tanti casi li getta via. Se mi chiedete quali sono le vie di uscita da questo gioco al massacro, io non so dare una risposta. Ma gli scienziati, e la società di cui fanno parte, dovrebbero chiedersi se questo è veramente l’unico modo di mandare avanti la ricerca. Non solo per gli scienziati stessi, ma per tutti.


da kunta kinte e non stop .....

....un invito ad una colazzione ottima e abbondante

giovedì 25 luglio 2013

Iniziative benefiche e loro applicatività in Italia

attraverso lo scippatore di link apprndiamo questa iniziativa benefica

INCREDIBILEEEEEE Una palpata per una buona causa: nuova iniziativa per la raccolta fondi contro l’AIDS

Un’iniziativa interessante e finalizzata a qualcosa di utile per la società: direttamente da Tokyo, ecco a voi la palpata della beneficenza. Si tratta di una raccolta fondi per un’associazione di nome “Stop Aids“, che ha sede negli Stati Uniti Tutto ciò che il pubblico della tv porno giapponese avrebbe dovuto fare, per poter palpare il seno delle porno attrici chiamate in causa, era fare una piccola donazione all’associazione di ricerca contro l’AIDS. Le porno attrici a disposizione erano dieci, le più famose, ed hanno dato la loro disponibilità per questa serata di beneficenza. Come potete immaginare, l’iniziativa ha ottenuto un grandissimo successo.Prima di ogni palpata, inoltre, questi dovevano ovviamente lavarsi e disinfettarsi le mani.
                                                                                                                                                                        

domanda: 
è applicabile anchein Italia  un iniziativa del genere
 

da news al femminile

Crolla il mito della durata del rapporto, l’ideale è……..

da Redazione
Postato in 10 lug 2013 at 3:02pm
durata amoreCrolla il mito della durata del rapporto, uno studio serio ed affidabile conferma che la durata ideale di un rapporto sessuale non deve superare i…..
Quale è la durata perfetta di un rapporto sessuale? 13 minuti. La risposta, che fa cadere il mito delle maratone amorose, arriva da un sondaggio americano.
Sotto le lenzuola il tempo ideale, preliminari esclusi, per raggiungere il piacere sarebbe di circa di 10 minuti, ma comunque mai sopra i 13.
Sembra infatti che dopo quel lasso di tempo la soglia dell’attenzione tenda a diminuire facendo perdere interesse nei confronti del prorpio partner e di quanto sta accadendo.
Crolla così il mito della sfrenata nottata di sesso in favore della tanto discriminata “sveltina”, che si debba arrivare a fare l’amore con cronometro alla mano?

mercoledì 24 luglio 2013

lunedì 22 luglio 2013

il nudo nell'arte

Il Nudo nell'Arte

'...Brezza che ti tempesta l'anima...'

tratto da "Viaggio di un Poeta" di ~ Catherine La Rose©2011 ~
W.A.Bouguereau & Catherine La Rose
painting by ✿ William-Adolphe Bouguereau ✿ Il Nudo nell'Arte
La Vague, 1896
http://youtu.be/eENMakEOv1k
https://www.facebook.com/photo.php?v=189783404386390&set=vb.141319135927584&type=3&theater

da vorrei tanto

grrrr................

...........non stop mi ha fotografato mentre stavo pensando ad una persona che ultimamente quando la saluto o le rivolgo la parola scappa con un sorriso dicendo che ha da fare. Non meto in dubbio quello che dice nonisa vero ma mi sento messo da parte e questo mifa assumere questa espessione.
a buon intenditore poche parole....

domenica 21 luglio 2013

wikipedia/mestruazione

Mestruazione

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Avvertenza
Le informazioni qui riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. Questa voce ha solo scopo illustrativo e non sostituisce il parere di un medico: leggi le avvertenze.
La mestruazione (usato più spesso al plurale, mestruazioni) è la perdita di sangue proveniente dalla cavità uterina in seguito allo sfaldamento dello strato superficiale dell'endometrio. Si verifica ciclicamente nelle donne fertili, e rappresenta il risultato finale del ciclo mestruale.

Etimologia

Il termine "mestruazione" deriva dal latino di tradizione medica menstruatio ("mensilità"), sostantivo derivato dall'avverbio di tempo menstrum ("una volta al mese"). L'uso grammatico al plurale indica una data ciclicamente ricorrente.

Ciclo mestruale

Il ciclo mestruale dura mediamente ventotto giorni, dall'inizio della mestruazione all'inizio della mestruazione successiva. Durante questo periodo avvengono modificazioni a carico dell'endometrio che passa da una fase proliferativa ad una fase secretiva. La prima fase rigenera lo strato superficiale di endometrio che si era sfaldato con la mestruazione precedente; la seconda è necessaria per creare un ambiente ottimale per l'impianto della blastocisti, qualora fosse avvenuta la fecondazione.
Nel caso non avvenga la fecondazione l'endometrio si sfalda a causa di una diminuzione dei livelli di estrogeni e progesterone e si ha la mestruazione, che ha durata media di 3 - 5 giorni. Se avviene la fecondazione, l'embrione produce precocemente un ormone chiamato gonadotropina corionica umana (HCG) che è in grado di prolungare la vita del corpo luteo (corpo luteo gravidico), il quale continua a secernere progesterone ed estrogeni e il risultato finale è l'assenza della mestruazione e il proseguimento della gravidanza. Per stabilire l'età gestazionale e l'epoca presunta del parto è necessario conoscere la data dell'ultima mestruazione.

Disturbi mestruali

Il 25% delle donne avverte sintomi premestruali di moderata o grave entità, più frequente in quelle con maggiore sensibilità emotiva.[senza fonte] I sintomi più frequenti sono: dismenorrea, tensione premestruale, cefalea mestruale, mastodinia (dolore alle mammelle) e tensione mammaria. Disturbi nella mestruazione sono:
  • ipomenorrea, perdita ematica inferiore ai 20 millilitri
  • ipermenorrea, perdita ematica superiore agli 80 millilitri
  • menorragia, perdita più abbondante e/o più lunga rispetto al flusso normale
  • metrorragia, perdita ematica scarsa o abbondante nell'intervallo tra due flussi mestruali o prima della pubertà o dopo la menopausa
  • menometrarragia, quando la perdita ematica, iniziata con il flusso mestruale, è continua ed abbondante anche durante il periodo intermestruale.

Dismenorrea

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Dismenorrea.
La mestruazione dolorosa viene considerata una malattia solo se impedisce alla donna le normali attività quotidiane, costringendola a letto per più ore o giorni. Si distingue in una forma primitiva (propria delle donne che non hanno mai partorito) e in una forma secondaria (frequente nelle donne che hanno già partorito).

Tensione premestruale

Può capitare che occasionalmente la dismenorrea sia acuita da una condizione di tensione psicologica. Quest'ultima può anche sfasare la regolarità del ciclo o, talvolta, impedire il verificarsi stesso del flusso mensile. Il recupero di uno stato psicologico più sereno consente la ripresa del ciclo ormonale normale.

Bibliografia

  • Raffaella Malaguti, Le mie cose - Mestruazioni: storia, tecnica, linguaggio, arte e musica - Bruno Mondadori, 2005, ISBN 88-424-9287-6
  • Alexandra Pope, Mestruazioni - la forza di guarigione del ciclo mestruale dal menarca alla menopausa - Terra Nuova Edizioni, ISBN 88-88819-13-4

Altri progetti

Voci correlate

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buona giornata uomini-the bests of nature photographie

da il nudo nell'arte

Il Nudo nell'Arte
✿ Giovanni GIACOMETTI (1868-1933) ✿ Il Nudo nell'Arte
http://catherinelarose.blogspot.com/2011/10/giovanni-giacometti-1868-1933. Giovanni GIACOMETTI nasce a Stampa (Swiss)nel 1868, da Alberto e Caterina Ottilia Santi.Giovanni Giacometti ha dato un contributo fondamentale al rinnovamento della pittura svizzera del ventesimo secolo e assieme a Cuno Amiet è stato un esponente importante del colorismo svizzero. Alcune sue opere si possono ammirare, assieme a quelle dei suoi figli, al museo Ciäsa Granda a Stampa. Giovanni Giacometti riposa nel cimitero di Borgonovo.

venerdì 19 luglio 2013

acqua bene comnue

un  dubbi mi assilla e cioè dopo le fonti di acqua potabile ,i pozzi artesiani e le fonti di acqua minerali sono o non sono propietà pubblica .Se Si allora qui sono di propietà di Gaia  insieme alla loro gestione.

da monello dispettoso -pene afflitto

da non stop

Blue Emperor Scorpion

giovedì 18 luglio 2013

lettera al consigliere comunale Claudia Biennemè

gentilissima signora
le scrivo quanto segue a proposito di Gaia ed il suo comportamento:
In base del referendum indetto e vinto dal suo partito (IDV-italia dei valori) e sostenuto dal movimento 5 stella sull'acqua come bene pubblico ed la non interferenza di privati nel settore,avete dimenticato :
1) di adeguare i regolementi sul come garantire il minimo vitale ai morosi.alle fascie più deboli della popolazione e quant'alto
2) che rimanendo in mano pubblica e di conseguenza sotto l'influsso dei partiti ,le società pubbliche possonodiventare gorsse aree di parcheggio di disocupati legati ad uomini poitici da favori e raccomandazioni  fornendo ;ai sudetti uomini politici ed ai partiti da loro rappesentati un grosso serbatoio di voti.
3) quindi  queste società (in base dei punti 1e2)hanno la possibilitè e la necessità di comportarsi come ditte private per quanto riguarda la riscossione deille tariffe del sevizio ,con aliquote e bollette altissime ,magari poi accreditare (non restituire) le somme riscosse comprensive delle differenze tra quanto incassato e il costo effettivo del servizio offerto.
Nell'attesa dei regolamenti a favore della popolazione si suggerisce tre piccole cose che possono lenire i disagi e cioè:
1) la riattivazione e potenziamento dei bagni pubbluci (in cui oltre al wc cisiano docce ,lavandini,Ecc,,,)con un costo minimo da stabilire
2)potenziamento ed ampliamento delle lavanderie ,per la pulizia del vestiatiario,con presenza anche di lavandrie sociali
3)fornitura da parte del comune ,mediante tessera associativa o altra forma si decida per coprirne i costianche solo parzialmente, di acqua non potabile per lavaggio pavimenti ,stoviglie e,orti e via dicendo
una buona giorna da parte di kunta kinte

raccolto link da raffaella ratti

Raffaella Ratti
Condivido l'invito a partecipare
ACQUA BENE COMUNE
Giovedì 18 Luglio ore 21,00
Sala di Rappresentanza del Comune di Carrara.

In questo ultimo periodo GAIA ha interrotto completamente la fornitura di acqua a decine di famiglie che non sono state più in grado di poter pagare la bolletta.
A parte i casi più vili ed eclatanti come mamme con neonati, disabili e malati gravi, privati dell'acqua da un giorno all’altro, senza preavviso; queste azioni di prepotenza e di assoluto disprezzo della vita umana mettono in discussione, in modo gravissimo e pericoloso, ciò che è un diritto di tutti i cittadini, anche di quelli che oggi possono ancora pagare le bollette e che l’acqua possono ancora permettersela.
Con questi distacchi si cerca di “legalizzare” la privazione del diritto all’acqua, snaturare l’essenza di un bene comune fondamentale che con queste azioni vili diventa una merce vera e propria: se paghi hai l’acqua, se non paghi no!
Questa logica è inaccettabile e deve essere stroncata sul nascere!
La Carta del Servizio Idrico Integrato approvata dall'Autorità d'Ambito dell' A.T.O. e adottata dai gestori prevede la sospensione della fornitura dell'acqua in caso di morosità. Questa disposizione è apertamente in contrasto con le basilari norme di igiene e salute pubblica e con lo stesso orientamento della giurisprudenza alla quale i sindaci e le istituzioni dovrebbero attenersi, che ha giudicato vessatorio il distacco della fornitura senza preventiva disamina delle situazioni specifiche e tutela delle fasce deboli (Tribunale di Latina sentenza del 13/07/2006).

La necessità di un quantitativo minimo d'acqua comunque riconosciuto anche a chi non può pagarla è sostenuto anche dalla risoluzione dell'ONU per il diritto all'acqua del 28/07/2010 e da numerose sentenze, quali quella del Tribunale di Castrovillari (sentenza n.5811 del 30/11/2012), secondo cui la morosità dell'utente non è ragione sufficiente a giustificare la sospensione della fornitura di acqua, in quanto in contrasto con l'articolo 2 della Costituzione.
Un ulteriore aspetto da considerare è che il gestore è già abbondantemente tutelato dalla morosità, sia dalla sua posizione di forza nei riguardi dell'utente, sia dalla (ingiusta) remunerazione del fattore di rischio.
L'acqua rappresenta un “diritto inviolabile” (art. 2 della Costituzione) e la sospensione dell'erogazione, anche se prevista dalla Carta dei Servizi, è incostituzionale.
Se l'acqua è un diritto, la diretta conseguenza è che è un diritto ricevere l’erogazione necessaria a soddisfare le più elementari esigenze di vita.
La sospensione della fornitura idrica non può essere ricondotta ad una pura questione di legittimità. La sospensione dell'erogazione, oltre che negare un diritto inviolabile, implica infatti anche questioni in materia di sanità e igiene pubblica che nell’ambito della crisi economica attuale vanno ad aggravare una situazione già sull’orlo del collasso.
Per rispondere a questi gravi attacchi ai nostri diritti, per respingere questo ennesimo tentativo di trasformare in merce un prezioso ed indispensabile bene comune come l’acqua, per riprendere con vigore la lotta per vedere applicata nei fatti la vittoria referendaria contro la privatizzazione dell’acqua, lanciamo un appello a tutto il fronte comune di lotta per l’acqua bene comune!
Giovedì ore 21,00 vi aspettiamo numerosi nella Sala di Rappresentanza del Comune di Carrara.
Legambiente Carrara
Claudia Bienaimé consigliere comunale
di Carrara Bene Comune, Fabbrica della Sinistra, Verdi per Carrara, Italia dei Valori
Comitato di Salute Pubblica di Massa
Partito dei CARC

gianni morandi -bella signora


mercoledì 17 luglio 2013

da catherinela rose per il nudo nell'arte

Il Nudo nell'Arte
'Sprofonda e affonda
la nuda notte
senza ritorno
l'alba intanto nasceva
straordinaria
dai toni rapiti al tramonto
dai fianchi alati in ascesa
sui sospesi respiri
afoni battiti
pozzo asciutto
di fiati e palpiti
ha posato l'abbandono
in affresco trono di pieta'...'

~ Catherine La Rose ~
tratto da "l'ultimo addio"
http://catherinelarose-poet.blogspot.com/2011/12/lultimo-addio.html
painting by ✿ Bernardo TORRENS ✿ Il Nudo nell'Arte
http://catherinelarose.blogspot.com/2012/02/bernardo-torrens.html

latte e miele per golosi

non c'è lo fatta ad essere moralista ed autocensere,ma questa foto è molto sensuale ed erotica ..che vale la pena postarla

lunedì 15 luglio 2013

spunto di riflessione

da un post di marco morescalchi su F:B il 28 02 2013
Ebbene si, cari concittadini..
Dopo l'esito delle ultime elezioni che hanno visto il Nano prendere il 30% dei voti e Grillo il 25%, abbiamo deciso che questo paese non fa per noi e tenteremo la fortuna in Germania!
Ci rivedremo, forse, un giorno..
— con Rachele Magrini.
cosi con la scusa delle elezioni ed neccessità di trovare lavoro ,molti giovani italiani sono partiti per l'estero.In compenso , con il beneplacito di Papa Frabcesco e tutte le organizzazioni umanitarie ,sono stati sostituito da ondate di migranti .In molti di questi migranti sono destinati alla clandestinità,ad ampliare l'evasione fiscale ed ad essere sfruttati.Pochi riusiranno ad essere inseriti con dignita ed a pari opportunita nella nostra società ,anche perchè ci sono molti Calderoli e Borghezio .Molti di questi tipi danno sfogo all loro razzismoin con  forme sottili .soffisticate ed in maniera mascherata(un esempio un eccesso di buonisno che dannoso per tutti) .Il tutto inserito in un autolesionismo (razzismo ,sia degli stranieri che di molti italiani) verso il popolo italiano. Forse dovremmo ricordarci delle tre "m"(mandolino,maccheroni,mafia) che fecero apparire in molti luochi di ritrovo esteri  :"Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani", senza perè cedere a falso senso di umanitariesimo ,dove aprire senza distinzione le porte dell'Italia. Perchè non riusiremmo ad assorbite tutto il movimento migratorio ed a grantire un lavoro ,dignita ed assorbimento culturale a tutti.

domenica 14 luglio 2013

da puerto libre

Frida Kahlo (July 6, 1907 – July 13, 1954)

- Self Portrait Dedicated to Dr Eloesser, 1940

la ricetta della dolce ricotta è....

...esplosiva per la sua semplice bontà

una dolce ricotta

questo è un dolce veloce da fare,serve:
rioctte da 100 grammi
zucchero minimo due cucchiaini da caffè
cacao amaro in polvere da 1 a 3 cucchiaini da caffè
-Pigliare le ricottine (meglio di pecora ,sono più saporite) amalgamare lo zucchero ,dopo aver amalgamato lo zucchero spolverare con il cacao amaro e servire
-per i più golosi anche un goccio di sciroppo all'amarena.

venerdì 12 luglio 2013

da f.b. -limone mostruoso

Inviato da il
SOCIAL:

Napoli, limone mostruoso trovato in giardino: "colpa dei liquami tossici"

Non sembra proprio un limone, ma più che altro un mostruoso frutto terribilmente deformato. E' stato trovato in un giardino a Napoli e le dichiarazioni dei proprietari di casa sono state immediate: "Lo faremo analizzare perchè sicuramente è colpa dei liquami tossici che vengono rilasciati nelle reti fognarie o nei vicini Lagni".

Napoli, limone mostruoso trovato in giardino: "colpa dei liquami tossici"
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NAPOLI - Non ha di certo le sembianze di un limone, eppure lo è. E' comparso in un giardino di un villino signorile posto a poche centinaia di metri dai Regi lagni, ma più che un frutto sembrarebbe una mostruosa mano deforme. I propietari di casa allarmati hanno dichiarato: "Di certo in questo limone non c'è nulla di normale. Lo faremo sicuramente analizzare". Nel vicinato però non ci sono dubbi: la colpa è dei liquami tossici. Ogni notte infatti l'intero quartiere è invaso da una nube maleodorante provocata probabilmente dagli sversamenti di liquami tossici nelle reti fognarie o nei vicini Lagni.