giovedì 30 aprile 2015

da lunigiana preistorica .it

La Tecchia preistorica

All’interno del Complesso delle Grotte, si apre la famosa Tecchia di Equi, sito archeologico e paleontologico di rinomanza internazionale, composto da un vasto piazzale esterno, detto Riparo e dalla Grotta che si addentra nel fianco della montagna per circa 30 m.
La Tecchia è nota soprattutto per il recupero di una grande quantità di ossa di animali tipici del clima temperato e freddo oggi estinti, in particolare di orso delle caverne (Ursus spelaeus), ma gli scavi, condotti a partire dal 1911, hanno riportato alla luce anche testimonianze di frequentazioni umane.
La conformazione naturale della Tecchia ha infatti favorito fin dal Paleolitico medio (120.000-40.000 anni fa) la sosta di comunità umane, documentata dal ritrovamento di  manufatti litici del periodo musteriano, prodotti dall’Uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis) che a più riprese frequentò quest’area.
Successivamente, durante l’Età del rame (3.600-2.200 a.C.), la Grotta fu probabile luogo di sepolture collettive, sono state infatti ritrovate ossa di almeno una trentina di individui, insieme a molti oggetti tipici di questi contesti, come gli ornamenti in osso e in calcare, le punte di freccia e frammenti di vasi.
L’uomo continuò a frequentare la Tecchia anche durante l’Età del bronzo (2.200-900 a.C.), come testimoniano alcuni frammenti ceramici rinvenuti, e in Epoca Medievale (XII-XV sec.) quando fu realizzata nel piazzale del Riparo una grande struttura in muratura, forse un santuario rupestre, coperto da un tetto ligneo con le travi conficcate nella parete della montagna.
La lunga vita della Tecchia, finalmente fruibile al pubblico, è raccontata nella nuova mostra archeologica inaugurato nell’ambito di un recente progetto di valorizzazione turistico-culturale delle Grotte di Equi.
Maggiori informazioni http://www.grottediequi.it/le-grotte/la-tecchia-preistorica/

mercoledì 29 aprile 2015

payara da www.altravista.org

Payara, Hydrolycus Scomberoides, appartiene alla famiglia dei Cynodontidi.  Caratteristica più evidente del Payara è le due lunghe zanne sporgenti dalla sua
Pesce Dracula ,Pesce Vampiro,Hydrolicus Scomberoides,Payara,Cachorra
Pesce Dracula ,Pesce Vampiro,Hydrolicus Scomberoides,Payara,Cachorra
mascella inferiore. Queste zanne possono essere di 10 – 15 centimetri di lunghezza (da 4 a 6 pollici) e gli hanno fatto guadagnare il nickname di “pesce vampiro”. Questi denti enormi e sproporzionati ne hanno fatto in tempi antichi un pesce leggendario e temuto. I Paraya crescono fino a circa 3 metri di lunghezza, con una lunghezza media di 1.5 e può raggiungere e superare il peso di 20 chilogrammi.
Questo predatore ha un corpo molto possente, con una colorazione argentata, ma al tempo stesso sono pesci molto delicati, una volta catturati devono essere rilasciati abbastanza in fretta, pena la morte del pesce in breve tempo.
Payara
Payara
Alimentazione:
La dieta del Payara consiste principalmente di pesci più piccoli di loro, ma la prevalenza della loro dieta è composta soprattutto dai piranhas, che impalano infilzandoli con i loro denti aguzzi e taglienti e poi li consuma.
Questa possente dentatura permette al payara di poter catturare ed uccidere all’istante prede che sono grandi anche la metà della lunghezza del suo corpo.
Pesce Dracula ,Pesce Vampiro,Hydrolicus Scomberoides,Payara,Cachorra
Pesce Dracula ,Pesce Vampiro,Hydrolicus Scomberoides,Payara,Cachorra

lunedì 27 aprile 2015

sultana disaster

27 aprile- mamphis-tennessee-
La nave sultana esplode vicino a Memphis , Tennessee, sul fiume Missisipi  causando la morte di 1450 persone.
 La notizia viene riportata oggi ,per necessita politiche  di Obama e il congresso  statunitense .
L' esplosione è avvenuta nel 1859,ma torna utile sfrutarne oggi lo schock ai fini della lotta contro il terrorismo ed la politica imperialista degli U.S.A

venerdì 24 aprile 2015

buon 25 aprile condiviso con turismopadova.it

da arte.it

Dal 14 marzo al 21 giugno a Firenze e poi le tappe a Los Angeles e Washington

Bronzi ellenistici a Palazzo Strozzi

Eros dormiente III-II secolo a.C. bronzo cm 41,9 x 85,2 x 35,6 cm 45,7, con base New York, The Metropolitan Museum of Art
 
L. Sanfelice
16/03/2015
Firenze - Ha tagliato il nastro a Palazzo Strozzi la rassegna “Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico” dedicata alla grande scultura ellenistica, e concepita e realizzata dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana, dal J. Paul Getty Museum di Los Angeles e dalla National Gallery of Art di Washington che ospiteranno la mostra nelle tappe successive del tour inaugurato a Firenze.

Cinquanta bronzi, selezionati tra i maggiori capolavori scultorei del mondo antico e giunti in prestito da musei di prestigio internazionale come il Prado di Madrid, il British Museum di Londra, i Musei Archeologici di Napoli e Firenze, il Metropolitan di New York, gli Uffizi, i Musei Vaticani, il Louvre, gli Archeologici di Atene, Salonicco e Creta, si riuniscono per la prima volta per raccontare e contestualizzare storicamente e geograficamente l’evoluzione del linguaggio artistico nel bacino Mediterraneo tra il IV e il I secolo a.C, in un clima cosmolita che incoraggiava l’internazionalizzazione delle arti.

In evidenza: il grande sviluppo delle tecniche che permisero di raggiungere alti livelli di dinamismo per le figure intere colte nel movimento in divenire, e profondità psicologica nei ritratti a mezzobusto attraverso la riproduzione di sentimenti come la rabbia, la passione, l’angoscia e l’allegria; caratteristiche, queste, in netto contrasto con le direzioni osservate nel periodo classico quando si mirava all’equilibrio delle pose e dei tratti sereni.

L’inedito incontro, porta in dote all’esposizione anche irripetibili accostamenti tra opere finora confrontate solo su carta e mai dal vivo come l’Apoxyomenos di Vienna in bronzo e la versione in marmo degli Uffizi utilizzata per il suo restauro, o i due Apollo-Kouroi, conservati al Louvre e a Pompei, offrendo al pubblico un’opportunità unica per ammirare reperti di grande valore provenienti da tutto il mondo.

Dal 20 marzo al 21 giugno, inoltre, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze si allinea al programma di Palazzo Strozzi attraverso la mostra “Piccoli grandi bronzi. Capolavori greci, etruschi e romani” che presenta parte della straordinaria collezione di statuette bronzee raccolte nel corso di circa tre secoli dalle dinastie medicea e lorenese.


Per approfondimenti:
Guida d'arte di Firenze

giovedì 23 aprile 2015

sagre colline toscane

SAGRE COLLINE PISANE

Aprile, Maggio, Giugno vuol dire PRIMAVERA E PISA!!! Sono le due parole magiche per rilassarsi gustando prodotti genuini alle tante e svariate sagre del territorio pisano. Pomaia con la Sagra del baccello, Palaia con la sagra del crostino, Terricciola con la sagra della fragola, Peccioli con la sagra del Baccello, Bientina con la sagra della zuppa e della trippa, Lari con la sagra delle ciliegie. 

Sagre Colline Pisane Ponsacco

(From Thursday, April 23, 2015, To Sunday, May 31, 2015)

museo della sinopie-Pisa-


MUSEO ARTISTICO: MUSEO DELLE SINOPIE
MUSEO
Pisa
Piazza Duomo
tel. 050/560547 proprietà privata aperto 9-16.45 (inverno); 8-19.45 (estate)  ingresso £. 10000 intero, £. 2000 studenti 
 
Il museo è allestito in alcuni ambienti duecenteschi dell'Ospedale di Santa Chiara. Sono esposte le sinopie di autori del XIV e XV secolo, rinvenute durante il restauro degli affreschi dell'antico Camposanto.
Tra gli artisti, Benozzo Gozzoli (Storie Bibliche), Taddeo Gaddi, Buffalmacco (Ascensione) e altri.

mercoledì 22 aprile 2015

giardini torreggiani-firenze-www.giardiniotorreggiani.it


giardino_torrigiani

La

Storia



Nascosto nel cuore di Firenze si trova il Giardino Torrigiani che con i suoi quasi sette ettari è il più grande giardino privato d’Europa all’interno della cerchia delle mura di una città.
Già famoso nel Cinquecento come orto botanico, il giardino Torrigiani conosce una sua seconda rinascita agli inizi dell’Ottocento, quando il marchese Pietro Torrigiani lo ingrandisce acquisendo tutti i terreni circostanti e lo trasforma in un parco romantico all’inglese seguendo il gusto dell’epoca. L’incarico di progettare l’imponente giardino, che all’epoca si estendeva su di una superficie di dieci ettari, viene affidato all’architetto Luigi de Cambray Digny, già noto per la ristrutturazione degli Orti Oricellari. Con la sua opera il Digny riesce a combinare gli elementi naturali con quelli artificiali del giardino, rispettandone così la vocazione paesaggistica, ma inserendovi al contempo un itinerario di simbologie legate alla massoneria a cui, sia lui che il marchese, erano affiliati. Dopo il Digny, viene chiamato a dirigere i lavori del giardino l’architetto ed ingegnere Gaetano Baccani, già apprezzato per aver progettato il campanile di Santa Croce. Al Baccani si deve la realizzazione del famoso “torrino” in stile neogotico e allusivo allo stemma di famiglia. Alta circa ventidue metri, la torre conservava al suo interno una raccolta di strumenti astronomici, una biblioteca e sulla sommità una terrazza scoperta per l’osservazione del cielo. Per collegare i vari piani della torre, oltre ad una scala elicoidale in pietra, era stata realizzata una sedia meccanica che, attivata da particolari marchingegni, permetteva una sua rapida ascensione fino alla sommità. Il torrino è posizionato su una collina artificiale a ridosso del bastione di difesa fatto erigere da Cosimo I dei Medici nel 1544 contro Siena.
Tranne il bastione mediceo, preesistente, tutte le restanti opere contribuiscono a condurre il visitatore attraverso un complesso itinerario romantico-sentimentale. Anche gli elementi naturali sono stati pensati per seguire questo andamento emotivo, dal cupo “bosco sacro” che cela al suo interno il Sepolcreto, simbolo della fugacità della vita terrena, agli ampi spazi aperti che circondano il Tempietto dell’Arcadia, simbolo di un’ideale di vita pastorale.
Tra vialetti, piccole colline e prati, dove nell'Ottocento era possibile imbattersi in animali selvatici, come cervi e caprioli, troviamo altre strutture architettoniche originali di grande interesse, fra le quali il Romitorio, il Gymnasium, l’Uccelliera e il letto del torrente Ladone con il romantico ponte.
Tra le sculture ancora oggi presenti nel giardino troviamo la statua di Osiride che tiene le tavole sulle quali sono elencate le regole di comportamento da tenere durante la visita del parco; l'opera barocca del Baratta raffigurante Atteone che fugge dopo aver visto Diana in volto, il gruppo marmoreo di “greco scalpello” raffigurante un toro abbattuto da un leone, le statue di Giano ed Esculapio, il gruppo classicheggiante di Pio Fedi rappresentante il giovane Pietro Torrigiani con Seneca, e la colonna marmorea dedicata al grande botanico e micologo Pier Antonio Micheli, che in questo giardino lavorò assiduamente, e con altri valenti naturalisti, fondò nel 1716 la Società Botanica Italiana.
Oltre all’importanza architettonica questo giardino è infatti rinomato anche come orto botanico, straordinariamente ricco di specie arboree e piante provenienti da diverse parti del mondo, come testimoniato dalla presenza di vecchie e nuove serre, limonaie e tepidari dove oggi vengono tenuti corsi di giardinaggio, di orticoltura e di pittura botanica.
Passeggiando all'ombra di molte piante secolari, si incontrano tra gli altri, cedri nelle tre varietà Cedrus libani, atlantica e deodara, il grande e raro Fagus tricolor, esemplari ragguardevoli di Sequoia sempervirens, Ginkgo biloba, Pinus excelsa, Pinus strobus, un’imponente Quercus robur, un' Olea fragrans, numerosi Platani di eccezionali dimensioni, altissimi Cipressi e boschi di Lecci.
Grande è oggi la cura e l’impegno delle famiglie Torrigiani Malaspina e Torrigiani di Santa Cristina per la manutenzione dell’eccezionale patrimonio storico, artistico e botanico che è il Giardino Torrigiani.

martedì 21 aprile 2015

museo nazionale di san matteo -pisa

MUSEO DI SAN MATTEO

MUSEO NAZIONALE DI SAN MATTEO
DOVE: Piazza san Matteo in Soarta,1
QUANTO: 5,00 Euro. Ridotto 2,50 Euro. Possibilità di biglietto comulativo con Museo di Palazzo Reale 8,00 Euro.
QUANDO: Feriali 8,30/19,30; Festivi 8,30/13,00. Chiuso il lunedì
A CHI CHIEDERE: Museo Nazionale di San Matteo, 050/541865

L’edificio che attualmente ospita Il Museo Nazionale di San Matteo dal 1949 si trova sul lungarno Mediceo in aderenza alla Chiesa di San Matteo, progettato nel XI sec e ampliato nel XIII con funzione di Monastero delle Suore Benedettine
L’edificio ha subito attraverso i secoli numerosi ampliamenti; da ricordare il chiostro interno e un loggiato continuo che circonda tutto il suo perimetro di geometria quadrata, non mancano rimaneggiamenti successivi che definirono l’attuale fabbrica odierna.
All’interno dell’edificio, nelle numerose sale, sono conservate importanti opere di scultura, pittura e ceramica, oltre a molteplici reperti archeologici,
Gli spazi del Museo di San Matteo si aprono per accogliere anche numerose attività che vanno al di là della semplice esposizione: laboratori di restauro, di didattica in collaborazione con le scuole, uniti a materiale di supporto e pubblicazioni, il tutto svolto in funzione di un progetto di più ampio raggio che è quello della sensibilizzazione del patrimonio storico artistico aperto soprattutto e non solo alle nuove generazioni e riconducibile alla più moderna concezione di “Museo Aperto.”
Museo di San Matteo

lunedì 20 aprile 2015

pisa -orto botanico università di pisa informazioni

Struttura e organizzazione

L’Orto botanico, che si estende su una superficie di circa tre ettari, attualmente è suddiviso in quattro settori:
- la Scuola botanica, che ospita le collezioni sistematiche e diversi alberi monumentali;
- l’Orto del Mirto dove sono coltivate le piante officinali;
- il Piazzale dedicato a Giovanni Arcangeli (praefectus dal 1881 al 1915), dove crescono due imponenti esemplari di palma del Cile (Jubaea chilensis) e dove sorge il fabbricato che ospita l’Erbario ed alcuni laboratori del dipartimento di Biologia.
- l’arboreto.


Le principali collezioni

Particolare di una tavola di erbario
Particolare di una tavola di erbario
Arboreto – destinazione d’uso: didattica, divulgazione Nella parte dell’Orto Botanico situata a nord, si estende l’arboreto, dove sono coltivati alberi, principalmente appartenenti al gruppo delle conifere e delle amentifere. Sono disposti in parcelle di forma irregolare, attraversate da sentieri, secondo lo schema d’impianto proposto nel XIX secolo dai prefetti Gaetano Savi e Teodoro Caruel. Anche in altri settori si trovano alberi di grande rilevanza storica, come nell’Orto del Cedro, dove vivono i due esemplari più vecchi dell’Orto: una Magnolia grandiflora L. ed un Ginkgo biloba L., piantati nel 1787 dal prefetto Giorgio Santi.

Collezione sistematica – destinazione d’uso: didattica, divulgazione Questa collezione consiste in una raccolta di piante raggruppate per famiglie nelle aiuole della “Scuola Botanica”, secondo un criterio didattico-sistematico. L’impianto fu ideato e realizzato, nella seconda metà dell’Ottocento, dal botanico Teodoro Caruel. Questo settore è stato recentemente recuperato ed in parte restaurato per un totale di 50, dove sono state raccolte oltre 550 specie appartenenti a 39 famiglie. Questo tipo di disposizione consente di apprezzare le affinità esistenti tra i vari gruppi vegetali, mediante l’osservazione diretta e l’immediato confronto delle strutture fiorali, del tipo di accrescimento e di altri aspetti morfologici.
Flora officinale – destinazione d’uso: ricerca, didattica e divulgazione Anche l’Orto botanico di Pisa, come quelli di Padova e di Firenze, è nato come “Giardino dei Semplici”. Attualmente, nel settore detto “Orto del Mirto” per la presenza di un vetusto esemplare di Myrtus communis L. subsp. tarentina (L.) Arcangeli, vengono coltivate circa 140 specie di piante officinali, alcune utilizzate anche dalla farmacopea ufficiale italiana come il ricino (Ricinus communis L.), la digitale (Digitalis purpurea L.), ecc.

Victoria cruziana, mantenuta nella Serra delle piante acquatiche tropicali dove si riproduce spontaneamente
Piante acquatiche – destinazione d’uso: didattica, divulgazione, conservazione Si tratta di una collezione di specie prevalentemente autoctone, adattate alla vita negli ambienti ricchi di acqua che un tempo caratterizzavano ampiamente il territorio toscano. Alcune di queste, come la farferugine di palude (Caltha palustris L.) non esistono più negli ambienti naturali. Altre sono fortemente minacciate e rischiano di scomparire a causa dell’inquinamento delle acque e delle ripetute bonifiche idrauliche, come l’ibisco palustre (Hibiscus palustris L.) ed il nannufero (Nuphar lutea (L.) S. et S.). Inoltre, vengono coltivate anche svariate piante acquatiche esotiche come Victoria regia Lindley.
Geofite mediterranee – destinazione d’uso: ricerca Si tratta di una collezione che raccoglie specie erbacee afferenti prevalentemente ai generi Gagea, Tulipa, Muscari, ecc., raccolte in diverse località della penisola e che costituiscono oggetto di studi citotassonomici e geobotanici da parte di un gruppo di ricerca.
Succulente – destinazione d’uso: didattica Un’intera serra dell’Orto Botanico ospita sia piante a succulenza caulinare appartenenti alle famiglie Cactaceae ed Euphorbiaceae, sia esemplari a succulenza fogliare dei generi Aloe ed Agave e della famiglia delle Crassulaceae. La disposizione delle specie segue due criteri: uno sistematico ed uno geografico. Nel primo caso gli esemplari sono coltivati in vaso e disposti ordinatamente su appositi bancali in muratura; nel secondo caso le piante sono state messe a dimora in piena terra in aiuole appositamente allestite.

Attività e progetti

Fin dalla sua origine l’Orto ha svolto un’importante funzione nelle attività didattiche universitarie. Oggi l’Orto è fonte di materiale per vari corsi di Botanica, afferenti a quattro facoltà universitarie, che prevedono esercitazioni o dimostrazioni basate sull’impiego di materiale vegetale fresco, preparato dal personale dell’Orto, sia utilizzando le piante in collezione, sia raccogliendo i campioni vegetali in campagna.
L’attività didattica, tuttavia non si limita ai soli corsi universitari: sono migliaia gli scolari e gli studenti, provenienti da scuole di ogni ordine e grado del territorio nazionale, che effettuano ogni anno la visita guidata all’Orto Botanico.
Alcune scolaresche cittadine seguono uno specifico programma, concordato con gli insegnanti, sull’evoluzione del regno vegetale, sugli alberi monumentali, ecc., articolati in lezioni teorico-pratiche con impiego di piante fresche (realizzate a scuola dagli insegnanti o nell’aula didattica dell’Orto dal personale dell’Orto e del Museo botanico) ed in visite guidate, su percorsi appositamente tracciati nell’Orto. Nel corso del 2009 sono stati accompagnati in visita guidata, su itinerari prestabiliti o comunque concordati con gli insegnanti, circa 2.500 alunni appartenenti a 76 classi di ogni ordine e grado e 17 gruppi organizzati di adulti.
Non mancano infine proposte educative per il pubblico generico, che può accedere all’Orto durante tutto l’anno. Le attività in questo settore hanno inoltre subito un notevolissimo impulso in seguito all’adesione dell’Orto Pisano alle settimane nazionali della cultura scientifica, promosse dal MURST ogni anno a partire dal 1991. Sono state organizzate manifestazioni con specifiche iniziative, concretizzate nell’allestimento di mostre tematiche, nella produzione di guide, audiovisivi e sussidi didattici su elaboratore elettronico. Tramite questionari sono stati rilevati il gradimento del pubblico nei confronti di queste iniziative e i desiderata per i programmi futuri.
Le collezioni dell’Orto sono anche un supporto ai vari programmi di ricerca attivi presso i diversi settori del Dipartimento. Essi sono indirizzati su aspetti biologici, genetici e naturalistici della ricerca, e anche su settori più strettamente applicativi quali quello farmaceutico, veterinario ed agrario. Nell’Orto vengono coltivate piante in pericolo di scomparsa in Italia e nel mondo. Di queste piante sono raccolti i semi che, dopo un’accurata preparazione, sono conservati nella “banca” dell’Orto, in collaborazione con le principali “banche semi” europee. Le collezioni di semi consentono di conservare anche le piante che non potranno sopravvivere negli ambienti naturali sottoposti a eccessiva pressione antropica.

pisa orto botanico

Orto Botanico dell'Università di PisaOrto Botanico dell'Università di Pisa

  • via Luca Ghini 5, 56126 Pisa
    tel: +39 050/2211310 - fax: +39 050/2211310
    email: ortomuseobot@biologia.unipi.it - web: www.biologia.unipi.it/ortobotanico
  • RESPONSABILI Prefetto: Gianni Bedini - Curatore: Giuseppe Pistolesi
  • ORARI lunedì - venerdì 8,30-17,30; sabato 8,30-13,00
  • INGRESSO Biglietto intero Euro 2,50; Biglietto ridotto Euro 1,50 (bambini tra 6 e 12 anni e studenti universitari); Biglietto famiglia Euro 6,00; Gruppi (ingresso e visita guidata da prenotare in anticipo). Gratuito per bambini fino a 6 anni e adulti oltre i 65 anni
  • BOOKSHOP no
  • SUPERFICIE 3 ettari
  • VISITE GUIDATE sì, a pagamento su prenotazione
  • INDEX SEMINUM 

domenica 19 aprile 2015

una interessante scoperta

stamani tra gli interventi alla trasmissione omnibus sull'ultimo affondamento di un barcone nel canale di sicilia  è intervenuta anche il portavoce dell'onu per i rifugiati Sami ,la quale affemava che bisognava fare in modo di aiutare l'italia ,grecia e via dicendo ad affrontare il massiccio flusso di migranti rifugaiti .Non molti in confronto alle masse in movimento  nel mondo . Come è cambiata rispetto a quando ,con maroni si raggiunse l'accordo con la libia di gheddafi per bloccara il flusso di questa gente verso l'italia .Allora noi italiani eravamo razzisti ,nel migliore dei casi e/o nazzisti  ad essere benefici. Ma ora va bene cosi ,forse si può fare di piu andando a prenderli direttamente a casa loro.

sabato 18 aprile 2015

modì

La bambina in azzurromodigliani .bambina im azzurro .1918-olio su tela

buona domenica

musei nazionali di lucca

I Musei Nazionali di Lucca partecipano con il prestito di opere a mostre ed eventi che si svolgono in Italia e all'estero. Vi sono delle eccezioni rappresentate da opere che rappresentano l'identità stessa del Museo o quelle il cui stato di conservazione ne sconsiglia la movimentazione.
Dal Museo di Villa Guinigi sono attualmente in prestito le opere seguenti: Donatello, Madonna col Bambino, terracotta, esposta ad Arezzo alla mostra I Della Robbia, 21 febbraio - 7 giugno 2009;
P. Batoni, Martirio di san Bartolomeo, olio su tela, è esposto a Lucca alla mostra Pompeo Batoni 1708.1787-L'Europa delle Corti e il Grand Tour, 6 dicembre 2008 - 3 maggio 2009;
P. Batoni, Estasi di santa Caterina, olio su tela, esposto a Lucca alla mostra Pompeo Batoni 1708.1787-L'Europa delle Corti e il Grand Tour, 6 dicembre 2008 - 3 maggio 2009.
Dal Museo di Palazzo Mansi:
P. Batoni, L'arcivescovo G.D. Mansi, olio su tela, esposto a Lucca alla mostra Pompeo Batoni 1708.1787-L'Europa delle Corti e il Grand Tour, 6 dicembre 2008 - 3 maggio 2009;
L. Carlevarijs, Veduta delle Riva degli Schiavoni, olio su tela, esposto a Treviso alla mostra Canaletto - Venezia e suoi splendori, fino al 5 aprile 2009;
V. Camuccini, La morte di Virginia, olio su tela, esposto a Firenze alla mostra Pietro Benvenuti alla corte di Napoleone e dei Lorena, 23 marzo - 10 giugno 2009