martedì 16 aprile 2013

da news di goole




Marco Valsania
In Italia non c'é bisogno di alcuna nuova manovra, al limite sarà necessario qualche piccolo aggiustamento. La valutazione é del Fondo monetario internazionale, che tuttavia ricorda come il nostro paese dovrà mantenere alti livelli di avanzo primario a causa del debito elevato. Per quanto riguarda l'Italia,osserva infatti il Fondo «gli scenari suggeriscono che non sia necessario alcun aggiustamento o, al limite, di uno piccolo.
Comunque, a causa del più elevato livello del debito, l'Italia potrebbe avere bisogno di mantenere avanzi primari molto più ampi di Francia e Belgio nei prossimi dieci anni». Del resto, nel Fiscal monitor presentato ieri si osserva che «in Italia il ritmo del risanamento dei conti rallenterà all'1% del Pil, un po' meno di quanto previsto inizialmente, ma abbastanza per centrare ampiamente il pareggio di bilancio in termini strutturali».
L'organizzazione di Washington ritiene inoltre «che il deficit si sia collocato sulla soglia del 3% nel 2012, consentendo all'Italia di uscire dalla procedura Ue per deficit eccessivo». Meno bene, secondo le stime presentate ieri da Carlo Cottarelli, direttore del Fiscal Affair Department, andranno le cose per lo stock del debito pubblico, che dovrebbe salire al 130,6% del Pil nel 2013 e al 130,8% nel 2014. Il rapporto tra deficit e pil calerà invece al 2,6% quest'anno e al 2,3% nel 2014. Il problema numero uno per l'Italia resta però la crescita economica: nelle stime del Weo infatti quest'anno il Pil fletterà dell'1,5% per tornare a uno striminzito +0,5% l'anno prossimo, con un tasso di disoccupazione al 12% quest'anno e al 12,4% nel 2014. E' stata forse eccessiva la cura dell'austerity, è stato chiesto ieri? No, l'Italia é «sulla buona strada» e, se manterrà il percorso intrapreso «gran parte del lavoro di aggiustamento fiscale sarà compiuto» entro la fine del l'anno» ha replicato il vice direttore per la ricerca del Fondo monetario internazionale, Jorg Decressin, durante la conferenza stampa.
L'espansione globale risente di un'Europa in preda alla contrazione dell'economia e di Stati Uniti con una crescita in frenata. Due ostacoli che rendono "accidentata” la strada della ripresa nei paesi piu' sviluppati, anche se non dovrebbero farla deragliare. Soprattutto perché l'America, smarcandosi dal Vecchio continente, potrebbe mantenere in futuro un ruolo di traino dell'economia globale assieme ai paesi emergenti.
Il Global Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, all'apertura degli incontri di primavera, ha ridimensionato la marcia dell'output mondiale al 3,3% nel 2013 rispetto al 3,5% atteso a gennaio. La crescita dovrebbe lievitare al 4% nel 2014.
L'Fmi rimane tuttavia fiduscioso sul ruolo della locomotiva americana che, pur sbuffando, resterebbe in grado di marciare al passo dell'1,9% quest'anno, 0,2 punti pecentuali meno delle precedenti stime, e del 3% nel 2014. L'America dovrebbe essere coadiuvata dall'economia principe tra le potenze emergenti, quella cinese: nonostante i segni di rallentamento il Fondo mantiene un pronostico di crescita pari all'8% quest'anno e all'8,2% l'anno prossimo, solo leggermente ridotti. Il Giappone garantirà a sua volta una spinta grazie alle sue nuove politiche espansive: il Fondo ha rivisto per Tokyo all'1,6% e all'1,4% la crescita nel 2013 e nel 2014, contro precedenti attese ferme all'1,2% e allo 0,7 per cento. Permangono però dei rischi nel breve periodo, anzitutto nell'area Euro: l'outlook prevede una contrazione nella regione dello 0,3% nel 2013, rispetto al -0,1% di gennaio, con una flessione del Pil anche in Francia, oltre che in Italia e Spagna. La crescita dovrebbe tornare positiva, all'1,1%, nel 2014.
Il capoeconomista del Fondo, Olivier Blanchard, ha ammonito che esistono oltretutto nuovi rischi di squilibri in una ripresa che «sta diventando a tre velocità, con i mercati emergenti ancora forti e, tra le economie avanzate, una divaricazione tra Stati Uniti ed Eurozona»

commento chi ci crede è  ubriaco od ha assunto droghe psichedeliche e se fortunato gli hanno sfaciato la capaccia a suon di legnate

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