ROMA, 12 aprile 2012 - LA SANITÀ pugliese, tra le prime
voce per importanza dell’economia regionale, si rivela ancora una volta
l’autentica mina vagante per la politica. Dopo i faccendieri e i
parlamentari locali che nell’era Berlusconi hanno creato guai sia alla
maggioranza sia all’opposizione a livello nazionale, ora tocca al Governatore Nichi Vendola, leader di Sel, fare i conti con i risvolti oscuri dei camici bianchi.
E’ lo stesso presidente della Regione ad annunciarlo in una conferenza
stampa, convocata d’urgenza dopo aver ricevuto dalla Procura di Bari
l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per la vicenda in cui
deve rispondere di concorso in abuso d’ufficio: avrebbe favorito la
nomina del professor Paolo Sardelli, primario di Chirurgia toracica
all’ospedale San Paolo del capoluogo pugliese. Ad accusarlo, Lea
Cosentino, ex dirigente dell’Asl Puglia, indagata nello stesso
procedimento e anche lei destinataria dell’avviso che precede di poco la
richiesta di rinvio a giudizio. «Non ti preoccupare di questa cosa! Ti
copro io!»: è la frase che, secondo la procura di Bari, Vendola disse
tra il settembre 2008 e l’aprile 2009 alla Cosentino preoccupata alla
richiesta del presidente di riaprire i termini di presentazione delle
domande per l’incarico di Direttore medico.
«MI DICHIARO assolutamente sereno, come sempre in
passato: perché ogni mia azione è stata sempre improntata a garantire la
trasparenza», ha esordito Vendola aggiungendo che «l’accusa nasce solo
dalle dichiarazioni della dottoressa Cosentino». Soprannominata ‘Lady
Asl’ quando emerse il suo coinvolgimento nello scandalo malasanità,
secondo quanto ha riferito lo stesso Vendola la donna «asserisce che
all’origine di questa mia veemente interferenza ci sarebbe l’amicizia
con il professor Paolo Sardelli, elemento questo che è stato già
autorevolmente smentito nei mesi scorsi dal professor Sardelli
medesimo». «Ma io — ha precisato il Governatore — a questo concorso,
come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere
che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di
partecipanti e che potesse vincere il migliore». «Questa è una Regione
strana, perché vincono i più bravi, ho ricevuto un’accusa da chi è
animato da risentimento nei miei confronti». Una postilla: «L’indagine
non mette in dubbio la qualità del professor Sardelli, che peraltro non è
coinvolto nell’inchiesta». Non mancano, nell’autodifesa di Vendola, le
citazioni da altri capitoli del corposo dossier sanità in Puglia.
«Quanto alla posizione del presidente Vendola — scriveva il gip in
un’ordinanza di archiviazione — gli stessi commenti che formulano i
soggetti interessati, Tedesco e Lea Cosentino, dimostrano l’assenza non
solo di condotte, ma ancor prima di finalità e obiettivi dell’azione
politica che possano in qualche modo dimostrare l’esercizio di pressioni
e condizionamenti dell’attività istituzionale». Mentre l’imprenditore
‘Gianpi’ Tarantini, il principale imputato del filone, avrebbe
dichiarato: «La dottoressa Cosentino era terrorizzata dal fatto che
Vendola potesse sapere che commetteva illeciti».
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